E' possibile escludere uno o più figli dalla propria eredità? Oppure il coniuge?
di Fabrizio Santosuosso

Genitori, figlie e parenti: come “diseredare” per non lasciare nulla a chi, secondo noi, non merita


Il nostro codice civile (salvo i casi rari di indegnità tassativamente indicati dall’articolo 463) prevede che ciascun figlio, deve necessariamente avere una quota dell’eredità di ciascun genitore calcolando in essa anche i beni già ricevuti eventualmente in donazione.

Non è quindi possibile escludere totalmente un figlio (o il coniuge) dalla propria successione ereditaria.
Tuttavia, un figlio può essere preferito all’altro (così come il coniuge può essere preferito ai figli) attribuendogli una maggiore quota di eredità (ovvero singoli beni) ma sempre nei limiti previsti dalla legge.

In caso contrario,
ogni lascito (donazione, testamento) che eccede quella quota, può essere oggetto di una causa avanti al Tribunale instaurata dal figlio (o dal coniuge) che ha (o ritiene di aver) ricevuto di meno.

Un discorso diverso va fatto per i fratelli e le sorelle. Infatti, ognuno può escludere senza problemi i propri fratelli (o sorelle) dalla sua eredità, senza nessuna conseguenza.
Un risultato analogo alla “diseredazione” può essere ottenuto tramite la vendita degli immobili, delle aziende o delle quote sociali che non si intende lasciare in nessun caso a quel figlio ovvero al coniuge.

Ciò non costituisce frode alla Legge, bensì tipica espressione del diritto di proprietà.
In questo caso è, tuttavia, necessario strutturare un contratto di vendita che però indichi in che modo gli acquirenti siano venuti a disposizione delle somme necessarie all’acquisto e che il trasferimento di denaro sia effettivo, conservando sia il venditore che l’acquirente, la relativa movimentazione bancaria.

Fabrizio Santosuosso - Notaio