Quel che rimane
di Itu

Le parole a volte non servono proprio, la morte di un piccolo conosce nei cuori delle mamme tutte le culture del mondo



E' straziante abbracciare una donna che ha perso il suo bambino di diciotto mesi in un paese straniero, da italiana non servono parole perchè lei vuole imparare la lingua nuova ma il codice materno è noto solo al cuore.

Quindi cuore contro cuore, a sentire il singhiozzo che rompe il diaframma e sconquassa le viscere, ancora sgomento per capire che direzione prendere in quello spazio strano di culture diverse che si frequentano in aspettative fatalistiche e rigorose di scienza.

In paesi in cui la mortalità infantile è più alta e sconosciuta della nostra crea mamme rassegnate ma forse anche più sane rispetto al dolore della perdita, nel nostro mondo consumistico solo da trasferire in opportunità perse: ma forse quei bambini morti ci aspettano per una grande festa oltre il tempo della nostra vita .

Forse solo loro conoscono come preparare noi mamme all'assoluto del tempo che si apre e chiude senza perchè.

Forse un bene non avere parole da dire, sull'orlo dell'infinito.

Forse meglio non sapere che differenza ci sia tra lasciare la propria giovane madre in una terra straniera o nella propria patria.

Solo rimane il puro strazio.