Cronache d'Africa con 'Andrea Vive'
di Erregi

Da poco tornati alla vita di tutti i giorni, i ragazzi marchenesi che hanno trascorso il Capodanno a Nanoro, in Burkina Faso, raccontano la propria esperienza diretta al centro scolastico



 
Sono sei ragazzi un po’ cambiati quelli che sono partiti alla fine dello scorso dicembre alla volta di Nanoro, in Burkina Faso, per portare avanti e monitorare il progetto "Andrea Vive": Stefano Sabatti, Jennifer Cirillo, Luca e Cristian Giacomelli, Anna Zappa e Daniele Lazzari parlano di bellezza, ma anche di difficoltà.
 
Si sono infatti scontrati e confrontati con quella che è la realtà più povera del mondo, quella del Burkina Faso, dove però grazie anche ai padri e alle suore camilliani hanno portato il seme della speranza, sempre nel nome e nel ricordo del caro amico Andrea Fausti, il "Biondo".
 
Laggiù qualcosa da fare oltre a tirare le somme c'è sempre, quindi ecco che i sei giovani si sono adoperati con pennelli e strumenti vari per apportare modifiche e migliorie sia al centro professionale che al vicino ospedale camilliano: riverniciatura, riparazioni e lavori idraulici che, però, sono solo l'inizio.
 
Andare a Nanoro è servito anche a monitorare la situazione, a capire dove e come fare il passo successivo: nel 2015 si diplomeranno alla scuola di "Andrea Vive" altri ragazzi, mentre però solo alcuni di quelli che già hanno l'attestato, hanno effettivamente trovato un lavoro.
 
Resta quindi da capire quale sia la strada migliore da intraprendere per dare continuità all’istruzione e perché si trasformi anche in un'occupazione concreta per il futuro anche dei 35 alunni attuali, impegnati con corsi di idraulica, falegnameria e saldatura.
 
Saldo positivo quindi, sul progetto e sul viaggio, difficile e intenso ma proprio per questo bello. 'Ma perché ci siete andati?', chiede chi non li ha accompagnati. La risposta è sincera, di quelle che magari non t'aspetti. "Si parte per dare una mano agli altri e poi ci si rende conto che si dà una mano a se stessi, che si cresce".
 
Si cresce insieme, però, in cerchio, come alle loro riunioni, dove al centro sembra esserci, e sicuramente c'è, ancora e sempre Andrea. Il Biondo.