Un migliaio di persone per l'addio a Massimo Pintossi
di Andrea Alesci

Strabordava di persone ieri la parrocchiale di Gardone per l'ultimo saluto a Massimo "Mahèm" Pintossi, andatosene giovedì sera all'età di 53 anni, poeta e cantore della vita contadina, indimenticabile voce del gruppo folk "Malghesetti"

 
Il silenzio di mille persone è un rumore che può diventare straziante, un grido assordante di chi fatica ad accettare la morte di una persona cara, un amico, un uomo conosciuto soltanto dalla voce.
 
Quell'uomo era Massimo Pintossi, che ieri in un'affollata domenica pomeriggio d'inizio febbraio tantissime persone hanno voluto salutare per l'ultima volta nella parrocchiale di Gardone.
 
Un uomo "capace di resistere" l'ha definito il parroco don Francesco Bazzoli, un uomo che con la sola forza delle parole sapeva resistere alla fretta di un mondo che troppo spesso dimenticava (e cancellava) le vite passate fatte di sacrificio e amore per i propri luoghi.
 
Lo sapeva fare impastando poesie e canzoni con quel terragno dialetto bresciano che è lega inscalfibile con se stessi e con i luoghi dell'anima, come quella Punta Almana tornata ad accompagnare l'ufficio funebre, titolo di un brano e delcd composto l'anno scorso con il suo gruppo, i "Malghesetti".
 
A salutare "Mahèm" c'erano la moglie Fabrizia, la figlia Emma, i fratelli Raffaelle e Michelangela, c'erano gli altri parenti, gli amici, tutti quelli che nel corso degli anni ha aiutato fondando la cooperativa "Ecotecnica", tutti i rappresentanti dell'Anpi di cui Massimo faceva parte e per cui tanto si spese, perché il ricordo dei partigiani mai si spegnesse.
 
Ricordando chi non c'è più, come una moltitudine di triumplini ha fatto e farà volgendo un pensiero alla vita di Massimo.