Grillo e lo scopone scientifico
di Aldo Vaglia

Ha avuto il vantaggio del mazzo, ma da cattivo giocatore, ha subito lo spariglio senza essere in grado di riparigliare


Il gioco antico dello scopone scientifico, ma anche quello, che giochiamo noi, della scopa (senza asso piglia tutto) ha una regola ferrea: chi è di mano spariglia, il mazziere, ultimo di mano, non può  che riparigliare.
Pensare, come ha fatto Grillo, che nessuno tentasse di sparigliare per lasciare il vantaggio a chi tiene il mazzo, si è rivelata pura ingenuità.

“Mantenere la pariglia o sparigliare, evitare che gli avversari facciano il mulinello, capire l’opportunità della presa e trovare un rimedio in caso di bisogno, questo è lo studio grande e sottile   che conferisce alla scopa dignità di scienza... chi non è capace di memoria e attenzione lasci lo scopone e vada a giocare a noci (gioco da bambini)”.

Essere vincitori morali e pensare che il consenso possa continuare per insipienza altrui è eccesso di presunzione e mancanza di progettualità.
Appoggiare tutta una strategia sulla formuletta PDL + PD – L = SS (sconfitta sicura) è andato bene finché non sono intervenuti la decadenza di Berlusconi e l’elezione di Renzi a segretario del PD.

A quel punto l’Aventino dorato è diventato un boomerang tanto da far temere l’irrilevanza politica di una delle forze che ha avuto il maggior consenso elettorale. Attendere le Europee per vedere se quel tipo di politica possa ancora pagare, potrebbe essere troppo tardi. Qualche segnale s’è già avuto e, anche se limitato nei numeri, ha dimostrato che l’elettorato Grillino non ha gradito gli atteggiamenti di puro ostruzionismo, preferendo ad essi assunzioni di responsabilità.

Lo scopone scientifico è anche lo strepitoso film di Comencini dove i ‘poveri’ Sordi e la Mangano si illudono di spillare il patrimonio alla ‘ricca’ Americana che li invita ogni anno a giocare nella sua villa romana.
Il finale scontato vede lo stracciarolo e la moglie più disperati di prima. Oltre a perdere il denaro prestato ci rimettono anche la catapecchia. La sola vendetta, della figlia che regala la torta avvelenata alla perfida vecchia, mitiga il disgusto per la fine a cui sono destinati i ’poveri perdenti’.

Ma torniamo a Grillo, aveva in mano il mazzo, poteva far eleggere un suo presidente e pretendere di essere determinante per il governo.
La follia, di essere autosufficiente, gli ha fatto perdere tutto come ai ‘poveracci’ dello scopone.
Berlusconi, la Lega, i Forconi, sono con lui a giocarsi e contendersi il populismo.
Letta, Alfano e Napolitano, sono stati trasformati in volonterosi che si sacrificano per non far precipitare l’Italia nel baratro dell’ingovernabilità.
L’abile Renzi, che con coraggio e spregiudicatezza non ha sparigliato solo al di fuori ma anche in casa sua, si trova in pole position  per un futuro che lo vede protagonista.

Solo Grillo, anche se manterrà od aumenterà i suoi consensi, non si trova più nella condizione di chi potrà distribuire le carte.