Sulla mozione dell'export armi la Regione dice sì
di Erregi

Con 45 voti favorevoli e 27 contrari, il Consiglio Regionale accoglie il testo proposto dalla mozione Rolfi per invitare il Governo a semplificare il regolamento sull'esportazione di armi civili e sportive

 
Una buona notizia, anche se si tratta solo di un primo passo, per l'auspicata semplificazione della normativa che regola l'esportazione di armi civili e sportive, settore in cui la Valtrompia è da sempre protagonista e che si trova a languire per nuove lungaggini burocratiche richieste dalla legge.
 
Ma cosa è cambiato? Per decisione europea, i permessi che prima venivano semplicemente rilasciati dalla Questura, devono ora essere richiesti al Ministero degli Interni, con un possibile danno stimato attorno ai 4 milioni di euro dal presidente del Consorzio Armaioli Italiani di Gardone, Pierangelo Pedersoli.
 
Nessun potere decisionale alle questure e lentezza esasperante negli iter burocratici che, ora, richiedono 87 pagine di documenti da compilare, quando secondo gli armaioli già le 12 pagine richieste dalla precedente normativa erano esagerate.
 
La richiesta, forse, potrà facilitare la risoluzione della faccenda, ma il Consiglio Regionale non può andare oltre al sollecito; da qui in poi è tutto nelle mani del Governo. Non sono mancate le polemiche dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle, contrari al commercio di armi, ma la maggioranza ha ricordato che la battaglia era un'altra.
 
Si trattava, infatti, non tanto di difendere solo il settore armiero in particolare, quanto l'economia bresciana in generale, costretta in questo frangente come in molti altri, a sopperire alla burocrazia. E la Valtrompia, in prima fila, aspetta un lieto fine.