Il racconto di Alberto Micheli nel viaggio verso Mauthausen
di Andrea Alesci

Lo scorso 5 gennaio il 50enne saretino, dopo tre giorni in sella alla bicicletta, è giunto presso il lager austriaco ed ha consegnato la targa commemorativi di quattro compaesani che lì perirono. Qui il racconto di quest'intensa esperienza

 
Ha trovato acqua e neve fino a Innsbruck il saretino Alberto Micheli che lo scorso 2 gennaio è partito in bicicletta alla volta del campo di concentramento di Mauthausen per consegnare una targa commemorativa di quattro saretini lì condannati a morte settant'anni fa dal regime nazista".
 
Un viaggio che si è compiuto sabato 5 gennaio alle 5 del mattino, quando il 50enne di Zanano è arrivato con la mountain bike di fronte al portone d'ingresso del lager nazista, immerso nell'austriaca bruma notturna, nel silenzio di un luogo carico di strzianti memorie.
 
"Il termometro segnava -4º - racconta Alberto -, solo due luci illuminavano le ex torrette di guardia, mentre tutto intorno si spandeva il buio, il buio di un ambiente tetro nel quale mi sono immerso in attesa che venissero le 8.
 
Mi sono seduto per attendere l'ora nella quale dovevo consegnare la targa commemorativa con i nomi dei saretini morti a Mauthausen. Ho iniziato a guardare i muri che si ereggono alti, terminanti con il filo spinato: mi è sembrato che facesse ancora più freddo. Ho pensato e cercato di immaginare che cosa ci potesse essere stato all'interno di quel campo, a un certo punto m'è parso di sentire in lontananza come delle urla, come se qualcuno mi volesse mandare via, come a dire 'curioso, cosa ci fai qua, lasciaci in pace'. Ma no, mi son detto, dev'essere il vento.
 
Nel frattempo - continua il saretino Alberto Micheli - sono arrivate le 8, ho consegnato la targa e poi ho fatto visita al campo: toccare con mano ció che si è sempre letto sui libri di storia o visto nei film è cosa diversa, lì è stata cancellata ogni ragione umana. La visita mi ha messo addosso un forte senso d'angoscia, in quel momento ho cercato di capire se qualche ora prima fosse stato davvero il vento".
 
Un viaggio nella memoria compiuto per ricordare quello del saretino Alberto Micheli, perché soltanto ripetendo le atrocità compiute dall'uomo contro l'uomo nessuno dimentichi mai.
 
 
Nelle foto, dall'alto in basso: Alberto Micheli con la sua bici davanti al campo di Mauthausen; all'interno in posa tra le baracche; la consegna della targa commemorativa; davanti a un muro che ricorda gli italiani lì morti.