Retromarcia dell'industria bresciana in novembre
di Redazione

Il made in Brescia ha registrato una battuta d'arresto nel mese di novembre, dopo la modesta crescita registrata a ottobre

 

Stenta quindi a decollare – secondo le rilevazioni del Centro studi di AIB - il recupero del comparto manifatturiero locale, in un contesto caratterizzato da una domanda interna che mostra persistenti sintomi di debolezza e da quella estera, che sembra avere perso lo smalto di un tempo. Nel dettaglio, la produzione è risultata in flessione per trenta operatori su cento, con un saldo negativo del 14% tra imprese che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione; il livello dell’attività è giudicato ancora inferiore rispetto al potenziale dal 26% del campione. L’evoluzione dell’attività produttiva delle imprese della nostra provincia appare in controtendenza con quella riscontrabile in ambito nazionale: l’indice PMI manifatturiero italiano a novembre si è infatti attestato in area espansione per la quinta rilevazione consecutiva, su livelli massimi da maggio 2011.

La produzione è aumentata nei settori: abbigliamento, calzaturiero, legno e mobili in legno, meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche; è rimasta invariata per gli operatori del maglie e calze e del metallurgico e siderurgico. E’ invece diminuita nei comparti: agroalimentare e caseario, carta e stampa, chimico, gomma, plastica, materiali da costruzione ed estrattive, meccanica tradizionale e mezzi di trasporto, tessile.

Per quanto riguarda la segmentazione del campione per classe dimensionale, la produzione è cresciuta nelle imprese medio-grandi e nelle maggiori, mentre è diminuita in quelle micro, piccole, medio-piccole e grandi.

L’utilizzo degli impianti riflette complessivamente l’evoluzione dell’attività produttiva, con il 26% di operatori che dichiara di averlo diminuito. Il livello di utilizzo, rispetto al potenziale, è giudicato ancora basso dal 43% del campione.

Le vendite sul mercato nazionale hanno subito un forte ridimensionamento, con un saldo negativo del 37% tra operatori che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione; quelle nei Paesi comunitari ed extra UE evidenziano saldi negativi rispettivamente del 31% e del 21%.

La manodopera è rimasta invariata per l’82% delle imprese, è aumentata per il 12% ed è diminuita per il rimanente 6%.

Le previsioni a breve propendono per il protrarsi della debolezza dell’attuale fase ciclica: le componenti della domanda interna e comunitaria non accenneranno a riprendersi, mentre il recente apprezzamento della moneta unica penalizzerà gli ordini provenienti dai mercati extra UE. Per quanto riguarda la produzione, il saldo tra imprese che prevedono variazioni in aumento e in diminuzione è pari a -16%. Le attese sull’utilizzo degli impianti risultano in aumento per il 7% delle imprese e in contrazione per il 20%. Gli ordini dal mercato interno sono attesi in ribasso dal 24% delle aziende, con un saldo negativo del 12% tra imprese che dichiarano variazioni in aumento e in diminuzione; quelli dai Paesi UE ed extra UE evidenziano saldi negativi relativamente più contenuti, rispettivamente del 7% e del 9%.