Ma perchè?
di Itu

Separarsi è molto faticoso, soprattutto nel tempo che rimane da vivere, quando tutto finisce non credo sia l'amore esaurito, ma regole che non abbiamo saputo gestire nel matrimonio

 
Sono sempre più interessata a capire perché siamo tanto ostinati da dare colpa all’amore finito quando le cose del matrimonio non funzionano, forse perché vedo a pioggia i risultati nel lungo tempo su come è difficile barcamenarsi in spirito e risorse.

Il matrimonio nella nostra cultura nasce come spontaneo senso di prolungamento degli effetti dell’innamoramento.
Quante volte mi è capitato di sentir sentenziare: “E adesso che sono quattro, cinque, otto, dieci anni che ci frequentiamo è meglio che ci sposiamo!”.

E’ già un punto critico tale considerazione, ripetere infinitamente i riti dell’innamoramento è snervante perché biologicamente siamo strutturati per cambiare e trasformarci secondo natura.
Quando ti innamori magari hai la coda di cavallo a boccoli vaporosi, gli occhi scintillanti di palpebre aperte, le gambe da valchiria e gli attributi posizionati in alto sodi e turgidi.

E’ quella fotografia di te stessa che pensi abbia attirato l’amore, nel tempo la fatica di rimanere fedele a quell’immagine scade come un pupazzo di neve al primo raggio di sole: nasce il dubbio e pensi che un contratto aggiusti il permanere del diritto all’illusione.

Ma di illusione si tratta.

Dentro noi è l’amore, siamo noi artefici dell’amore di cui vestiamo i nostri compagni e compagne di vita e l’amore non finisce perché lo specchio della vita è infinito.

Ogni uomo, ogni donna prima di sposarsi dovrebbe sapere che avrà con sé tutte le donne e gli uomini del mondo a disposizione, semplicemente perché si cambia e l’innamoramento finisce.
Sono le regole del matrimonio che richiedono attenzione e cura continue perché si trasformino in occasione di conoscere i nostri più profondi programmi vitali.