«Non incolpate i cacciatori»
Egregio Direttore, ho appena letto il vostro articolo sugli avvelenamenti dei giorni scorsi in Maniva, e sono rimasto sconcertato dal fatto che si dia la colpa ai cacciatori

 

Da dove provengono queste teorie?
Sono state almeno in parte confermate da denunce a persone specifiche o da prove tangibili?
Smettiamola con la disinformazione!

Pur non essendo un cacciatore, ne conosco molti, e qualcuno che nello specifico ha perso dei cani in battute di caccia in quella zona.
Secondo le vostre teorie, perché di teorie si parla, i cacciatori disseminerebbero il territorio di battuta per “far la guerra” ad altre squadre.
Ma vi siete mai posti il pensiero che i loro stessi cani battono quelle zone? Pensate forse che i cani di chi mette i bocconi siano addestrati ad evitarli?

No, cari giornalisti, la verità è che anche i loro stessi cani correrebbero gli stessi rischi.
Avete mai chiesto ad un cacciatore cosa ne pensa del suo cane? Ebbene, se voi glielo chiedeste vi risponderebbe che è il suo bene più prezioso!

Avete mai visto con quanta felicità corrono questi cani per i prati, facendo quello che gli piace? Perché un cane da caccia riceve un addestramento, seppur differente, ne più ne meno come un cane da guardia, o da compagnia. Semplicemente viene abituato a svolgere dei compiti, e da essi ne trae felicità.

Pensate forse che un cacciatore, che spende fior di soldi per acquistare, addestrare e mantenere due, tre, anche dieci cani da caccia, rischierebbe anche solo uno dei suoi per far dispetto ad un avversario?
Non è forse più plausibile che dietro ci sia la mano (sporca) di qualcun altro? Magari di qualcuno che ha altri interessi per la zona, o che odia talmente i cacciatori da colpirli nel loro punto più debole?

Apriamo, aprite gli occhi, riflettete invece di colpire sempre e solo i cacciatori!
I cari ambientalisti, che ultimamente un po’ per moda inscenano proteste anche eclatanti, dovrebbero passare qualche ora nei boschi e nei pascoli con questi signori, se lo facessero a mente lucida capirebbero che i cacciatori sono tra i primi che hanno rispetto per la natura, vuoi per interesse, vuoi per passione, ma sta di fatto che è così, ed è innegabile!

E proprio ai cari ambientalisti, alle sponde più estremiste e “green”, guardo con sospetto, mi spiace dirlo, non certo ai cacciatori!

Vogliamo parlare poi del corpo forestale che ha soggiornato per settimane nella zona (una ventina di guardie inviate appositamente da Roma a spese di noi contribuenti) ha forse mosso un dito per evitare gli avvelenamenti? O era forse più interessata ad elevare contravvenzioni per ingrassare le casse statali?

Sperando che almeno una o due di queste righe siano spunto per una serena e lucida riflessione, vi porgo i miei più cordiali saluti
Oscar Cacciarru
Un NON cacciatore
 

Sono d'accordo con lei Oscar.
Diffiicle possano essere stati dei cacciatori, se sani di mente.
La stessa cosa però vale per i "green", come li definisce lei, o le Guardie forestali: perchè mai dovrebbero fare una cosa del genere?
Diciamo allora che nessuno, con lucido raziocinio, ha motivo di perpetrare uno scempio del genere.
Resta qualcun altro?
Ubaldo Vallini