Si chiude il processo alla Beretta
di Redazione

La Cassazione ha confermato la sentenza di non luogo a procedere dell'ottobre 2012, quando venne giudicata lecita la pratica di rivendita di alcune pistole a un intermediario

 
Nei giorni scorsi la Cassazione ha chiuso la vicenda processuale che vedeva i vertici societari della Beretta imputati per illecita detenzione e commercio di armi.
 
Una sentenza che scagiona la fabbrica d'armi gardonese, al termine di un'accurata ricostruzione dei fatti nell'inchiesta condotta dai pm Francesco Piantoni e Antonio Chiappani.
 
Entrando nei dettagli, nel corso del secondo conflitto in Iraq (anno 2004) l'Intelligence statunitense ritrova 16 pistole Beretta 92S fra la disponibilità dei ribelli a Baghdad e la cosa viene immediatamente segnalata alla Procura di Brescia.
 
La vicenda comincia ad essere ricostruita e si scopre che si tratta di una partita di armi che la Beretta aveva riacquistato, ricondizionato e rivenduto a un intermediario britannico.
 
Ma - come sempre sostenuto dalla Beretta e dai suoi legali - una pratica lecita, che la sentenza di pochi giorni fa avvalora, confermando così il non luogo a procedere pronunciato dal Giudice dell'udienza preliminare (Gup) già nell'ottobre 2012.