Il piccolo Nicola rimane ancora in attesa di cure
di Vanessa Maggi

I genitori di Nicola Saputo, il bimbo di Sarezzo che da poco ha compiuto un anno ed è affetto da Sma1, si sono rivolti al Collegio dei Giudici del Lavoro di Brescia per sbloccare l'ordinanza che non consente a Brescia la cura con il metodo Stamina

 
Continuano ad aspettare i genitori del piccolo Nicola Saputo di Sarezzo. Aspettano quei tempi tecnici che il percorso della giustizia italiana impone loro.
 
Un'attesa snervante che va avanti da sei mesi, da quando loro (insieme alla famiglia della piccola Valeria Debortoli) si sono impegnati per ottenere un decreto d'urgenza che autorizzi l'ospedale Civile di Brescia alla cura con cellule staminali mesenchimali riferite al metodo Stamina.
 
Una cura necessaria al piccolo Nicola, affetto da Sma1 dalla nascita, e per il quale i genitori avevano ottenuto già a maggio l'ordinanza favorevole del Giudice del Lavoro di Brescia, ma con l'imposizione che le cellule fossero coltivate al di fuori del Civile, ossia non seguendo il metodo Stamina.
 
Un'ordinanza che indicavano negli Ospedali Riuniti di Bergamo, nel San Gerardo di Monza e nel Policlinico di Milano le strutture adeguate per la cura, ma tutte e tre hanno poi fatto sapere di non potersene occupare.
 
A quel punto i genitori di Nicola hanno impugnato mercoledì scorso l'ordinanza davanti al Collegio dei Giudici del Lavoro bresciano, riunendosi per trovare una soluzione, supportati da una relazione del dottor Marcello Villanova dell'unità di Riabilitazione Neuromuscolare del "Nigrisoli" di Bologna scritta sulla base di un bambino (Sebastian) curato  con infusioni di cellule Stamina a Brescia e che ha mostrato segni di miglioramento.
 
Ai giudici è stata avanzata anche un'incostituzionalità della legge Balduzzi circa la violazione degli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione per discriminazione a livello temporale sull'accesso alle cure compassionevoli.
 
I giudici si sono presi tempo per esaminare tutta la documentazione. Nel frattempo Nicola continua a essere alimentato con un sondino e a dover respirare con un ventilatore meccanico ogni notte. Per il piccolo bimco di Sarezzo un'attesa sul filo tra la vita e la morte.
 
 
Foto 1 "Bresciaoggi".