Le promesse mediche di un geniale guanto valgobbino
di Andrea Alesci

Nel 2005 un gruppo di 11 aziende lumezzanesi unirono le forze e diedero vita alla società Idrogenet, lanciando nel 2010 il prototipo di "Gloreha", guanto per la riabilitazione, che dallo scorso giugno è anche sbarcato sul mercato cinese

 
Ci voleva l'intraprrendenza lumezzanese e quel guizzo creativo che sempre contraddistingue chi sa precorrere i tempi, capire in anticipo qual è il momento di dare la svolta.
 
Un momento che nel 2005 undici tradizionali aziende del comparto industriale valggobino hanno creato unendosi in rete e dando vita a una nuova società chiamata Idrogenet.
 
Una nuova realtà di marca lumezzanese che ha dato vita nel 2010 al propotipo di "Gloreha", un guanto rivoluzionario per raibilitazione delle articolazioni degli arti superiori.
 
Da allora un biennio di incubazione per far maturare il progetto e nel 2012 il lancio sul mercato europeo e dallo scorso giugno la fuoriuscita dal continente per approdare anche nella lontana Cina.
 
Un'unione imprenditoriale che diventa così un positivo modello di nuova impresa, capace di rispondere all'onda lunga della crisi partita nel 2008 con uno slancio propositivo senza eguali. 
 
Condivisione di conoscenze da parte degli 11 partner, la consulenza del dipartimento di Ingegneria dell'Università degli Studi di Brescia e la laboriosità tipica di Lumezzane per rendere realtà quel guanto magico che consente la riabilitazione di mani che hanno subito schiacciamenti o lesioni nervose.
 
Un'apparecchiatura che fra l'altro che non dovrebbe superare i 15 mila euro e che abbiamo pensato non solo per le strutture ospedaliere, ma anche in una versione light per il noleggio domestico.
 
Una grande tecnologia made in Valtrompia e che dallo scorso anno ha già preso contatti con Francia, Russia, Polonia e Regno Unito, divenendo una solida realtà mondiale in campo biomedicale.