La politica è allergica alla libera informazione
di Aldo Vaglia

Non è una questione di destra o sinistra, di nazionale o locale. Se i giornali non sono asserviti a questo o a quello schieramento, non riscuotono alcuna benevolenza da parte dei politici


In ogni democrazia che si rispetti compito dei giornali è riportare le notizie e i fatti.
Questi possono piacere o non piacere, ma il ruolo di una stampa indipendente è quello di controllare i politici e informare l’opinione pubblica.
Un’opinione pubblica informata è il presupposto per una vera democrazia.
Dal modo in cui si comporta la politica, nei riguardi delle altre forze di bilanciamento dei poteri, è assodato che gli interessi che la muovono sono di altra natura.

La stampa che piace ai politici è quella che diventa braccio della loro campagna elettorale.
Con l’avvento dei giornali ‘online’e l’apertura alla conversazione con i lettori è possibile, una più diretta partecipazione che, se bene sfruttata, può rompere quel dominio politica- denaro- informazione e premiare chi con le parole non cerca di infinocchiare un pubblico inconsapevole.
Il tradizionale strumento d’informazione, (il giornale stampato) se non cambia la sua natura, è destinato all’estinzione.

Può essere anche un bagno di umiltà per la politica che ha a disposizione tutti gli strumenti, che il diritto gli consente, senza dover far ricorso a pressioni e minacce.
Per una notizia non fondata può esigere la rettifica, per ogni commento che non condivide può controbattere con argomenti.
Il  fenomeno preoccupante, di scagliarsi contro il giornale ed i giornalisti con il ricatto dei soldi,  potrebbe così essere ridimensionato, se non bacchettato.
Il giornale online costa poco e può essere finanziato dagli stessi lettori.

Un’informazione capace di riacquistare la sua autonomia, metterebbe in ridicolo le affermazioni di vecchi e nuovi leader, che non perdono il vizio di voler condizionare anche i nuovi media.
Da D’Alema che dice: “La libertà di stampa non esiste. I giornali non servono per dare le notizie, ma per nasconderle”. A Berlusconi che denuncia i giornali che gli fanno domande scabrose perché, secondo il suo modo di pensare, sono calunniose. A Grillo che chiama ‘pennivendoli e gossipari’ alla ricerca della parola sbagliata e del titolo scandalistico, i giornalisti parlamentari che intervistano i 5Stelle, il metodo non cambia.

Con la stessa arroganza e presunzione si comportano i capetti locali.
È pertanto da giudicare con simpatia, al di là dei contenuti, il lungo botta e risposta del sindaco di Gavardo sulla questione delle multe (vedi Vallesabbianews del 30 agosto scorso).
A differenza dei suoi amici, omaggiati di una poltrona, che minacciano querele ad ogni critica, egli dibatte ed argomenta convinto di avere buone ragioni.

Se i politici imparassero ad avere più rispetto dell’informazione e della giustizia, potrebbero a loro volta pretendere, di non essere considerati come approfittatori e indegni del ruolo che rivestono.
La frase ‘non tutti sono uguali’ avrebbe più senso se, come in ogni comunità, venisse escluso chi si comporta male.