Intervista al Presidente della Repubblica
di Aldo Vaglia

«Non accetterò mai di diventare il complice di coloro che stanno affossando la democrazia e la giustizia in una valanga di corruzione»


«Lo scandalo più intollerabile sarebbe quello di soffocare lo scandalo. L’opinione pubblica non lo tollererebbe. Io neppure. Ho già detto di tenere pronte le valige, potrei piantare tutto.
Non c’è ragione al mondo che giustifichi la copertura di un disonesto, anche se deputato.
Spero che tutto sarà discusso in aula e nessuna copertura sarà frettolosamente inventata dai padrini dell’assegno sottobanco. Dicono che un partito moderno si deve ‘adeguare’. Ma adeguare a che cosa, santa Madonna? Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

So che il mio modo di fare può sembrare irritante, per esempio mi sono rifiutato di firmare il decreto di aumento dell’indennità ai deputati.
In un momento come questo dove c’e’ gente che soffre come si fa ad essere così insensibili?
Mia moglie si vergognerebbe di andare a comperare l’insalata o le pere con il macchinone ministeriale.
Sarebbe uno schiaffo alla povera gente, un abuso di potere, un furto».

Peccato che queste parole non le dica Napolitano, ma le abbia dette Pertini nel 1974, quando era presidente della camera, in un’intervista a Nantas Salvalaggio per la Domenica del Corriere.
Pertini diventerà in seguito Presidente della Repubblica sponsorizzato da Berlinguer e ostacolato da Craxi, (che in compenso era ben visto da Napolitano capo dell’area dei miglioristi del PCI).
La ‘questione morale’ accomunava il vecchio socialista e il segretario del Partito Comunista.

Pertini, impulsivo e poco diplomatico, fece pentire amaramente ‘i mafiosi della politica', di destra e di sinistra di averlo eletto.
Essi credevano di ammansire il vecchio guerriero e quando si accorsero di non poterlo domare cominciarono a screditarlo.
Non potendogli addebitare nulla, né una banca, né un’industria pubblica o privata, nessun padrino poiché la sua esclusiva ricchezza era il suo passato di uomo libero e galantuomo, lo accusarono di essere ‘squilibrato’.
“È  un pazzo, parla a ruota libera. Vorrebbe mandare in galera i politici che si sono arricchiti illecitamente, anche quelli del suo partito”.

Non gli conferirono il secondo mandato, e la regressione politica è sotto gli occhi di tutti.
L’unico luogo dove Darwin vedrebbe messa in forte discussione la sua teoria si arrabatta oggi tra larghe intese e salvacondotti per pluricondannati.
Tutto quello che il ‘Presidente degli italiani’ detestava è diventato sistema.

Tra le considerazioni  più premonitrici: “L’insidia più grande di un politico è quella d’innamorarsi del potere. Un uomo che ha paura di perdere la poltrona, l’influenza sugli uomini, i telefoni, i quadri d’autore, ebbene quello è un uomo perduto”, si è rivelata talmente azzeccata che Stella e Rizzo ne hanno fatto un libro di successo (La Casta).
Renzi nel PD ha fondato la corrente dei rottamatori, e Grillo col suo movimento 5 Stelle è diventato il primo partito in Italia.

Con le parole: «me ne infischio del sistema se da ragione ai ladri» Sandro Pertini si accomiata dall’intervistatore con un «mi venga a trovare quando è a Roma». O altrove.