Rinunce
di Itu

Si dice che frutta e verdura siano l'irrinunciabile di una giusta alimentazione ma risulta così difficile scegliere nel fare la spesa...

 
Fare la spesa di frutta e verdura è impresa pazza per i prezzi che corrono.
Il mercato ci raccomanda le cinque porzioni giornaliere (ops, forse dovevo dire le raccomandazioni salutari…), d’estate poi la frutta è una manna della golosità ma sempre più spesso riferita al ricordo dell’infanzia.

Dove sono finiti i furgonati aperti a trasportare cassette di pesche, albicocche, ciliegie, prugne, meloni e angurie al lato in ombra delle vie ribollenti del sole?

Quei profumi di dolce zuccherino che traspira dai fichi, di fermentazione alcolica e di maturazione oltrepassata che attira e inebria calabroni e vespe e turbini di mosche stordite?

Dove l’effluvio del basilico a ciuffi che straborda tra pomodori da sugo che aspettano solo di essere spremuti da una mano sfiorante la sua rossa pelle liscia e sottile, lo stuzzicante profumo dei peperoni, il viola sfrangiato di bianco delle melanzane più preziose e ancora mazzi di prezzemolo inorgoglito del verde più squillante?

Il melone che ho aperto ieri era senza odore e ammaccato dopo che è stato nella cesta un giorno, le pere all’interno erano nere del ricordo dell’ospitalità di un frigorifero che esternamente le ha mantenute esteticamente in forma, le albicocche si raggrinziscono subito all’aria come delle vecchine sedute sulla panca di lato alla chiesa, le zucchine si ammaccano di nero alle estremità e ricordano troppo l’umido della primavera tardiva.

Il sole, il grande assente nel calendario di questo mese dell’estate, adesso imputato di bruciare il nostro tempo con temperature bollenti si è dimenticato di curare i suoi frutti terreni.

O siamo noi umani che non sappiamo fare delle scelte serie?