La difficile comunicazione
di Itu

Quando sguardo e parole, odore e sapore ritorneranno nelle comunicazioni tra umani forse potrò prendere in considerazione l'utilità di informazioni veloci

 
Sono inquieta, se così basta, quando in gruppo gli adolescenti si trovano, non per parlare, ma avendo rapporti comunicativi con i loro telefonini.
In cerchio, ognuno con il suo strumento feticcio, senza sapere se al bar, in autobus o sul precipizio di una montagna, forse si domandano anche come sta l’individuo a fianco chiamato amico, ma devono digitare sul display per saperlo.

Chissà se questi ragazzi conoscono la loro voce.
Giudicano i loro coetanei stranieri rumorosi e attaccabrighe, disturbano il loro continuo lavorio telefonico, ma a qualcuno viene il dubbio che questa seconda o terza generazione di extra non sia per niente comoda da essere così eccentrica rispetto ai genitori.

Eppure hanno un mondo da spartire.
Vorrei aggiungere che noi adulti non siamo messi tanto meglio nel doverci aggiornare sul più veloce metodo di informazione, comunque inadeguati ad aggiornarci e sempre più lontani dall’opera: perché un esame TAC diventa un’utopia?

Perché manca il tecnico che sa usare il nuovo meraviglioso strumento diagnostico.
Perché gli insegnanti sono riluttanti a usare i registri computerizzati?
Perché le modalità del loro lavoro rendono complicato inserire dati e non si tratta solo di risparmiare su registri cartacei.

Queste solo risposte che possono ancora essere dibattute all’infinito e così avanti nell’infinito mondo che per essere veloce ha dimenticato i nostri pensieri e parole.
Già, la parte più scomoda da affrontare per trovare un codice di comunicazione.