Non sono mancati domenica sera i disordini tra il pubblico riunitosi a Polaveno per assistere al "Palio dell'Oca" e il gruppo "100% animalisti" che manifestava poco sotto piazza Marconi per denunciare il trattamenti riservato alle concorrenti della gara.

 

Qualche insulto e qualche tafferuglio aveva costretto non solo la polizia locale, ma anche i carabinieri di Gardone a intervenire e "isolare" i manifestanti dal resto della folla e, anche il Corpo forestale dello Stato è intervenuto per controlli di routine.

 

I quattro agenti della Forestale hanno identificato e chiesto le generalità al parroco don Mario Laini e ai cinque ochieri (ovvero i "fantini" delle oche del palio) prima di valutare se effettivamente ci fossero gli estremi per parlare di maltrattamento sugli animali.

 

La risposta è no: la festa non prevede sevizie o strazio per le oche, anzi il regolamento prevede la squalifica per l'ocaiolo che tocchi l'animale, che deve procedere da solo o, al massimo, spronato con una bacchetta che però tocca solo il suolo e mai l'oca stessa.

 

Per questo il "Palio dell'Oca" resta una tradizione sicura, che si riproporrà anche per il prossimo anno, mentre dai ranghi più "estremi" dell'associazione animalista erano arrivate lamentele anche per quanto riguarda l'orario del palio: alle 22 le oche sono, di natura, a dormire, e il costringerle a correre invece per le vie di Polaveno sarebbe un comportamento poco umano.

 

Questione di etica, questione di opinione, ma la tradizione è lunga quasi 30 anni e nessuno prima d'ora vi aveva mai visto cattiveria o maltrattamento.

 

Forse qualcuno dovrebbe starci più attento, ma sicuramente qualcun altro dovrebbe ridimensionare il proprio concetto di diritti degli animali.