Le storie sepolte nella necropoli di Villa Carcina
di Paolo Gilberti

Nel 1981 e nel 1986 vennero riportate alla luce 42 sepolture, con le ossa poi mandate all'istituto di antropologia di Pisa, mentre le ruspe che tavano ampliando la scuola "T. Olivelli" continuarono il loro lavoro, distruggendo quel che restava della necropoli alto-medioevale

 
Il campo da basket all'aperto delle scuole medie di Villa copre i resti di una necropoli alto-medievale: infatti, nel 1981 e nel 1986 nel cantiere di via Lazio, allestito per l'ampliamento delle scuole medie statali "T. Olivelli", le ruspe portavano alla luce 12 sepolture, poi diventate ben 42 in seguito agli scavi archeologici che le classificarono come "necropoli alto-medievale".
 
Gli archeologi Peter Hudson e Cristina Larocca, che negli anni '80 eseguirono gli scavi, nella loro relazione specificarono: "Globalmente la popolazione del cimitero consta di 32 adulti e 10 bambini. Il complesso sembra inquadrabile cronologicamente, sia per il tipo di impianto cimiteriale a file, ma soprattutto per i reperti rinvenuti, al VII sec. d.c. e si tratterebbe di una popolazione autoctona".
 
Curiosità nel ritrovamento la presenza di uno scheletro di un uomo di circa 2 metri di altezza, probabilmente un guerriero data l'imponenza della figura. Ipotesi di un uomo d'arme non da scartare visto che il territorio di Villa Carcina, essendo il più largo della Valle, è sempre stato scenario di battaglie quando barbari o eserciti tentavano di invadere la Valle per fare razzie.
 
Dopo gli scavi degli anni '80 le ossa furono inviate all'istituto di antropologia di Pisa mentre le ruspe ripresero il loro lavoro di "distruzione": anche le lastre di pietra che formavano le tombe, numerate dagli archeologi per una loro futura ricostruzione in zona, furono distrutte durante la ripresa dei lavori di ampliamento della scuola.
 
Purtroppo la cultura e la sensibilità degli anni '80 in merito alla valorizzazione e conservazione dei reperti storico-archeologici non erano ai livelli attuali. Fortunatamente nel 2013 molte cose sono cambiate, l'importanza delle proprie radici è radicata in ognuno di noi e viene spontaneo chiedersi se ora, non sarebbe bello esaudire il desiderio degli appassionati di circa trent'anni fa e riportare alla luce le sepolture cercando di ricostruirle nonostante il poco materiale salvato dal disastro degli anni '80.
 
Tra l'altro fonti non ufficiali riferiscono che lo scheletro del "guerriero" dovrebbe essere ancora nell'ossario del cimitero di Villa dove fu posizionato nel 1981.
 
In conclusione, è bello citare un intervento degli studiosi che in quegli anni si intressarono al caso: "La necropoli di Villa ha assunto nella ricerca archeologica e storica un posto importante; è stata infatti un punto di riferimento per studi e analisi inerenti ad altri impianti cimiteriali medievali, non solo in Valtrompia. Per cui è indispensabile salvaguardarla". Purtroppo non sono stati ascoltati.