Sospetti di una nube tossica a Sarezzo
di Andrea Alesci

Mercoledì notte in via Fratelli Capponi la probabile aggressione di una nube tossica ha ossidato pezzi e macchinari delle imprese lì presenti, ultimo episodio acuto di un grave problema denunciato dagli artigiani

 
Mercoledì notte nella zona industriale posta prima della località Gelè a Sarezzo una probabile nube intrisa di sostanze acide è penetrata nel comparto che ospita una dozzina di piccole imprese.
 
Già nella serata precedente gli ultimi artigiani al lavoro hanno riferito di una polverina che faceva bruciare gli occhi, ma è nel corso della notte che il danno si è manifestato in forma acuta.
 
All'indomani tutte le imprese si sono trovati materiali, stampi e macchinari letteralmente corrosi dall'acido polveroso penetrato dalle finestre lasciate aperte: una cortina invisibile che ha aggredito l'acciaio, lasciando evidenti tracce di ossidazione.
 
Pezzi e macchinari che nel solo volgere di una notte hanno presentato segni di deterioramento, come fossero rimasti diversi anni esposti agli agenti atmosferici e per i quali spesso non basta la lucidatura per riportarli in condizioni normali.
 
Segno di un localizzato inquinamento atmosferico che nel corso di mercoledì notte ha fatto star mal diversi operai al lavoro all'interno di una ditta del comparto, con bruciori agli occhi e arrossamento della gola.
 
Una situazione che già nei mesi scorsi si era manifestata con altri episodi di polveri maleodoranti ripetutisi più o meno a distanza di una settimana l'uno dall'altro e che s'incanalano in questa zona dell'abitato saretino: corrente che le trasporta, facendole poi salire verso alcune abitazioni di Irle, da diverso tempo costrette a serrare le finestre per mettersi al riparo dai fumi venefici.
 
Ora gli aritigani del comparto hanno unito le forze e si sono mossi per sporgere denuncia ai carabinieri e al contempo segnalare all'Asl la grave situazione, che mette a rischio la salute delle circa 300 persone al lavoro ogni giorno nella zona industriale, oltre a quelle dei cittadini che abitano nei dintorni.
 
 
Nelle foto, dall'alto in basso: la zona industriale di via Capponi; sbarra e tavolo di lavoro completamente ossidati eccetto per la parte ch'era coperta dal carrello scorrevole; un tubo aggredito dalla polvere; l'ossidazione che ha colpito un mandrino, con la sola parte ricoperta in teflon che è rimasta intatta.