Turista fai da te
di Aldo Vaglia

Qualche tempo fa una pubblicità televisiva era diventata il tormentone dell'estate: "Turista fai da te? No Alpitour? Ahi!,Ahi!,Ahi!"... Era la consacrazione del viaggio organizzato a cui tutti dovevano aderire


I turisti che andavano in vacanza senza appoggiarsi a “tour operator” professionali e incontravano disagi, venivano considerati con sufficienza.
Un programma televisivo piuttosto fortunato “Turisti per caso” a cui seguì “Velisti per caso” sdoganò il turismo fai da te, in realtà mai morto ma tenuto debitamente nascosto, riportandolo nei solchi della tradizione e dandogli il valore che meritava.

Non più una rincorsa ai luoghi e ai temi che la massa prediligeva, ma una accurata selezione di viaggi e di esperienze che arricchivano, senza l’obbligatorietà di mostrare abbronzature.
In questo Internet è stato lo strumento del suo successo.
Accanto ai grandi circuiti delle città d’arte, ai posti da sempre rinomati, ai laghi ai monti, al grande turismo delle quantità e della stagionalità si è così sviluppato un turismo minore più attento alle emozioni più lento più leggero.
Un turismo di provincia, in grado di offrire ciò che in città non si poteva più trovare: genuinità e relax.

Il turismo rurale non è un fenomeno dei nostri tempi, nei due articoli sui villeggianti pubblicati su VSN, chi ha una certa età ritrova quei vacanzieri cittadini che prendevano in affitto una camera nelle varie famiglie dei nostri paesi per il periodo estivo. (i Bed and Breakfast  di oggi). Il prezzo contenuto era una delle principali condizioni di quelle scelte.
Il fenomeno odierno, in continua crescita, è alla ricerca di una vacanza a contatto con un ambiente che gli faccia sperimentare una cultura e un modo di vita diverso da quello quotidiano, una vacanza alternativa.

Non è più una questione economica, è una meditata scelta.
Questo turismo si differenzia dal turismo industriale e dal turismo delle mete tradizionali. È un turismo che sceglie il paese per le sue caratteristiche, per la cultura, per i paesaggi e principalmente per la gente che ci vive. 
Ma i luoghi, anche i più belli, non riescono da soli a creare fascino, il turista non capita più per caso, il turista va cercato.
Il prodotto da mettere sul mercato necessita di idee originali.

Il pacchetto da costruire, non può che essere il più generalista possibile. Un’offerta  che per avere maggiore forza competitiva dovrebbe svilupparsi come una “rete” creando una circolarità di visite e soggiorni.
Oltre ad offrire: tipicità gastronomiche, escursioni, siti archeologici, artigianato, architetture, rocche e chiese, non dovrebbe perdere il legame con l’agricoltura e i prodotti della terra. Il valore vincente per attrarre il maggior numero di visitatori.
Quelle piccole produzioni necessarie all’alimentazione della propria famiglia  e fuori mercato per i costi potrebbero diventare i punti di forza per ricette tradizionali e il veicolo di promozione del turismo rurale che anche nella nostra Valle si vorrebbe sviluppare.

Non solo l’offerta è importante, è indispensabile individuare il possibile fruitore, che non sono le agenzie, ma il “turista fai da te”.