Una finestra sull'acquedotto romano di Cogozzo
di Paolo Gilberti

All'interno del bar Pollon di via Bernocchi si può sorseggiare un caffè e fare un salto indietro di 2.000 anni, potendo vedere attraverso un'apposita cella voluta dalla Sovrintendenza ai Beni culturali un tratto dell'acquedotto romano risalente al I secolo d.C.

 
Un acquedotto romano del I secolo d.C. nella cantina del bar Pollon di via Bernocchi a Cogozzo.
 
Questa la curiosa "sorpresa" per gli avventori del bar. Chi non lo sapesse, assieme a un buon caffè, può vedere un tratto dell'antico acquedotto romano che è stato conservato e messo "in vetrina" nei locali sotterranei del bar Pollon.
 
Il tratto dell'acquedotto fu scoperto nei primi anni '70 durante i lavori per la realizzazione di un grande edificio in via Bernocchi e grazie all'intervento di un consigliere comunale di allora si riuscì ad impedire che la ditta di costruzioni lo demolisse del tutto. Infatti, prima della segnalazione ne erano già stati distrutti più di 50 metri.
 
Dopo l'intervento del Comune e della Sovrintendenza ai Beni culturali, il prezioso reperto venne salvato e nel 1981, sempre in via Bernocchi, venne alla luce un altro considerevole pezzo.
 
Da qui la decisione della Sovrintendenza di realizzare la "cella" sotterranea (sotto il bar Pollon) che consente di conservare almeno quel tratto dell'acquedotto. Dalle ricerche storiche effettuate risulta che il manufatto risale al quarto decennio del I secolo dopo Cristo e che partiva dalle fonti del Siviano, in frazione Cogozzo, per proseguire con tracciato pressoché rettilineo in direzione ovest-est passando poi sotto la sp 345 per poi proseguire verso est (lungo il fiume Mella).
 
Continuando il suo percorso, passava per Pregno per poi raggiungere Codolazza di Concesio e qui confluire nel ramo principale dell'acquedotto che scendeva da Lumezzane verso la città di Brescia.
 
Il bellissimo reperto è visibile, oltre che sotto il bar Pollon, in vari punti a "cielo aperto" (a Cogozzo, Pregno e Carcina) recentemente indicati con apposita segnaletica dal Comune di Villa Carcina.
 
L'acquedotto è composto da una galleria con dimensioni interne di 50x100cm, con copertura a volta e spessore delle pareti di circa 30 cm., costituite da pietre ben cementate con calce e ghiaietto. Internamente il cunicolo è rivestito di malta impermeabile rossiccia dello spessore di 10 cm. circa sul fondo e di 2 cm. sulle pareti. A tutt'oggi, dopo 2000 anni, si rimane affascinati dalla perizia tecnica degli antichi romani.
 
 
Nelle foto, dall'alto in basso: il tratto di acquedotto conservato sotto il bar Pollon; un altro tratto segnalato in superficie; due scatti dei cunicoli sotterranei di Cogozzo.