Produzione industriale, recupero in maggio
di Redazione

In maggio l'attività economica delle imprese manifatturiere bresciane ha registrato, secondo le rilevazioni del Centro studi di Associazione Indudstriale Bresciana - un incremento, dopo la flessione riscontrata nel mese precedente

 

Nel dettaglio, la produzione è risultata in aumento per quaranta operatori su cento, con un saldo positivo del 19% tra imprese che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione; il livello dell’attività è tuttavia giudicato inferiore rispetto al potenziale dal 41% del campione. Il quadro macroeconomico di fondo rimane particolarmente debole: nonostante il miglioramento riscontrato in maggio dall’indice PMI manifatturiero italiano, ai massimi dallo scorso febbraio, la tendenza recessiva della nostra economia persisterebbe infatti da ben ventidue rilevazioni mensili consecutive.

Con riferimento ai settori produttivi, la dinamica congiunturale è risultata in aumento per le imprese dei comparti: abbigliamento, agroalimentare e caseario, carta e stampa, chimico, gomma e plastica, legno e mobili in legno, materiali da costruzione ed estrattive, meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche, meccanica tradizionale e mezzi di trasporto, tessile; è rimasta sostanzialmente invariata per le aziende attive nel calzaturiero e nel maglie e calze, mentre è diminuita per gli operatori del metallurgico e siderurgico.

La produzione è cresciuta per tutte le classi dimensionali, a eccezione delle micro imprese.

L’utilizzo degli impianti tutto sommato riflette l’evoluzione dell’attività produttiva, con una quota del 35% di operatori che dichiara di averlo aumentato. Il livello di utilizzo, rispetto al potenziale, è giudicato ancora basso dal 49% del campione.

Le vendite sul mercato nazionale hanno sperimentato un incremento (il primo dallo scorso settembre), con un saldo positivo del 10% tra operatori che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione; quelle nei Paesi comunitari evidenziano un saldo sostanzialmente nullo, mentre quelle verso i mercati extra UE si caratterizzano per una dinamica in crescita, con un saldo positivo dell’11%.

La manodopera è rimasta invariata per il 78% delle aziende, è aumentata per il 18% ed è diminuita per il rimanente 4%.

Le prospettive a breve termine propendono per la prosecuzione dell’attuale fase di stabilizzazione dell’attività economica, non prefigurando, almeno nel breve termine, alcuna significativa svolta nel ciclo: per quanto riguarda la produzione, il saldo tra imprese che prevedono variazioni in aumento e in diminuzione è pari al 4%. Le previsioni sull’utilizzo degli impianti risultano in aumento per il 17% delle imprese e in contrazione per il 18%. Le aspettative sull’occupazione evidenziano un incremento per il 6% e una flessione per il 10% del campione. Gli ordini dal mercato interno sono attesi in ribasso dal 28% delle aziende, con un saldo negativo dell’8% tra imprese che dichiarano variazioni in aumento e in diminuzione; quelli dai Paesi UE ed extra UE presentano invece saldi positivi, anche se contenuti, rispettivamente dell’1% e del 9%.

L’Indagine viene effettuata mensilmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero.