Il porro e i suoi usi
di Erregi

Chiamato anche l'asparago dei poveri, il porro può essere un ottimo ingrediente sia per i sughi che per brodi e zuppe ed esiste una grande varietà di ricette in cui può essere utilizzato. Anche a crudo, nell'insalata, sostituisce degnamente le cipolle

 
Cominciamo dall’acquisto: se non avete la fortuna e la possibilità di coltivare il porro nel vostro orticello e siete quindi costretti a comprarlo al supermercato, dovrete avere l’accortezza, come con tutti gli ortaggi, di verificare che sia fresco, sodo e dal colore brillante.
 
Passando ai suoi usi in cucina, infine, dovete sapere che la parte bianca e quella verde possono essere sfruttate in modi diversi: il bianco, infatti, può anche essere consumato crudo, nell’insalata, in sostituzione della cipolla.
 
Se invece decidete di cuocerlo, in porro prende il nome di “asparago dei poveri” ed è ottimo anche tagliato alla julienne per aromatizzare brodi e soffritti. La parte verde, invece, è più adatta ad insaporire zuppe e piatti in umido, per variare rispetto allo scalogno o all’erba cipollina.
 
Prima di cucinarlo, comunque, controllate che tra le foglie non siano rimasti residui di terra e tagliate la parte iniziale del gambo, quella con le radici e anche quella finale; una volta tagliato in lunghezza, senza aprirlo completamente, il porro va sciacquato sotto il getto d’acqua, allargando bene le foglie.
 
Se una volta lavato decidete che lo preferire cotto, dovete sempre tenere a mente che basta una scottata veloce, altrimenti il porro diventa troppo molle. Conservarlo quando è crudo, in frigorifero, è facile e si mantiene fresco anche per una decina di giorni, ma quando è cotto, già dopo un paio di giorni diventa difficile da digerire.
 
Se congelato in freezer. Invece, il porro si conserva anche per tre mesi, ma ovviamente, col tempo, parte del suo sapore si perde e rischia di diventare insipido. Meglio, quindi, acquistarlo fresco, dopodiché le ricette sono infinite e lo spazio alla fantasia illimitato.