Dalle stelle alle stalle
di Aldo Vaglia

Il voto di protesta in Italia è a tempo determinato: un voto precario. Il rifugio più sicuro è l'astensione. È successo con la Lega e Berlusconi, capita anche a Grillo

 
Non sapendo a chi dare la colpa i 5Stelle se la prendono con gli elettori. Berlusconi aveva fatto di peggio, aveva detto che chi non lo votava era un coglione.
 
Eppure Grillo non ha tradito l’elettorato, ha mantenuto le promesse della campagna elettorale non alleandosi con nessuno. Ma  proprio questa strategia si è rivelata un clamoroso boomerang.
La profezia che PD e PDL si sarebbero alleati si è verificata, ma l’impressione che fosse per spirito di servizio ha nuociuto più che favorire chi è apparso l’artefice di tale connubio.

In fondo anche i contestatori italiani sono conservatori, e non solo l’Italia in classe A, ma anche quella in classe B ha voltato le spalle a Grillo e s’è rivolta ai vecchi partiti.
Il mandato che il movimento 5 Stelle aveva ricevuto di eliminare i privilegi e governare il cambiamento, non si è nemmeno avviato.
 
L’avvitarsi in polemiche sui rimborsi non ha soddisfatto chi si attendeva la fine delle pratiche dilatorie e ha messo il movimento sullo stesso piano di quanto andava denunciando.
La maggior accusa è stata proprio l’impossibilità del web di diventare strumento di democrazia in grado di responsabilizzare gli eletti e farne un tramite della volontà popolare. Lo strumento artefice della vittoria è diventato il suo primo affossatore.

Eppure senza speranza in una nuova stagione siamo fritti. La rinascita dei partiti e delle vecchie abitudini è molto più nefasta di un movimento che, seppure infantile e con molti errori, fa dell’onestà e dell’uguaglianza un suo cavallo di battaglia. 
Dalla crisi non usciremo con la politica, destra e sinistra hanno però approcci diversi e possono sicuramente migliorare le condizioni.
La difesa dello “status quo” praticato da troppi anni è il maggior motivo di sofferenza delle classi meno garantite e dei giovani.
 
La mancanza di denaro non colpisce tutti alla stessa maniera, l’Italia “peggiore”, che secondo Grillo non l’ha votato, non subisce la crisi come chi lavora e le ricette per uscirne non possono essere uguali.
Forse capire che tra destra e sinistra ci possano essere delle differenze e operare perché esse non si affievoliscano, ma si evidenzino, farebbe bene non solo al movimento 5 Stelle, ma all’Italia intera.