La Regione Lombardia lavora per una legge 'No slot'
di Redazione

La IV Commissione sulle Attività produttive sta lavorando per presentare entro tre mesi una proposta di legge regionale che prevenga i rischi di ludopatia e per una legge nazionale che riduca sensibilmente il fenomeno del gioco d'azzardo

 
Entro tre mesi Regione Lombardia, nell’ambito delle proprie competenze, si doterà di una normativa “No slot”. La settimana scorsa il presidente della Commissione Attività produttive e Occupazione, Angelo Ciocca (Lega Nord), ha dato ufficialmente il via ai lavori che coinvolgeranno non solo i commissari, ma anche Anci Lombardia, Lega autonomie e associazioni.
 
“Dobbiamo giocare all’attacco – ha sottolineato Ciocca, ricordando gli 850 mila euro investiti lo scorso anno da Regione Lombardia – Non dobbiamo più limitare la nostra azione a provvedimenti di cura a posteriori, dobbiamo prevenire il fenomeno, lavorando a stretto contatto con la Commissione Sanità e quella Territorio. Entro tre mesi, ma possibilmente anche prima, porteremo in Aula un provvedimento importante”.
 
L’annuncio è arrivato nel corso di una intensa seduta che ha avuto come ospiti il presidente di Anci Lombardia, Attilio Fontana, il presidente regionale di Legautonomie, Eugenio Comincini, il direttore del magazine Vita, Riccardo Bonacina, lo psicologo Simone FederFrancesco De Donato, direttore dell'ufficio regionale dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Massimo Bongiovanni per le associazioni di consumatori.
 
“I numeri del fenomeno ormai sono noti – ha detto Fontana – Con 100 miliardi di fatturato, l’azienda dell’azzardo rappresenta il 3% del pil nazionale. C’è il forte rischio di riciclaggio e usura, ma i vari Tar sono stati chiari sulle competenze dei Comuni: si può intervenire solamente sugli orari di apertura. Quello che chiediamo è una legge nazionale che riduca il fenomeno e una legge regionale che vada nella direzione della cura e prevenzione dei rischi connessi alla ludopatia.
 
Servono norme certe che non lascino più nel vago il potere di ordinanza dei sindaci, ad esempio attribuendo pareri preventivi sull’installazione delle macchine e consentendo di impedire l’insediamento di sale giochi in certe parti dei paesi”.
 
Molti i dati allarmanti esposti durante la seduta. Pavia e Como sono le prime due province italiane per spesa pro-capite alle slot machine, Pavia è la prima città d’Italia con una media di 3.000 euro spesi ogni anno da ogni singolo abitante (8,2 euro al giorno), neonati compresi: un sondaggio realizzato su migliaia di undicenni certifica che il 15% dei ragazzini ha provato a giocare almeno una volta. La Lombardia è la prima regione d’Italia per presenza di slot, con 1/5 di tutte le apparecchiature del territorio nazionale.
 
Durante la seduta è stato illustrato il contenuto dello studio realizzato dal Servizi studi e valutazione Politiche regionali su “Gioco d’azzardo e dipendenza”, lavoro disponibile qui.