Antonio Filippini tutor degli allenatori Csi
di Bruno Forza

La scorsa settimana l'ex giocatore del Brescia ha presenziato alla serata finale del corso di formazione per 35 allenatori di calcio e 15 di pallavolo, dando qualche dritta sulla gestione del gruppo e rimarcando il fondamentale aspetto educativo del gioco


Cinquanta nuovi allenatori. Martedì scorso il Csi Brescia ha rilasciato il diploma arancioblù a 35 tecnici di calcio e 15 di pallavolo durante la serata conclusiva del corso di formazione. A fare da padrino ai neomister e coach Antonio Filippini, nuovo ambasciatore ciessino.
 
“Lo sport in oratorio – ha affermato - ha un valore fondamentale. Io ho iniziato all’ombra del campanile di Urago Mella: una seconda casa. Crescendo e scalando le categorie l’atmosfera cambia, ma posso assicurare che allenatori come Mazzone, Guidolin e Baldini non transigevano sull’aspetto educativo”.

L’allenatore della Berretti della Feralpi Salò ha dato preziosi consigli ai nuovi tecnici: “Dovete essere sempre positivi, dare le giuste motivazioni, capire il carattere di ciascun giocatore. Oltre a fisico, tecnica e tattica bisogna occuparsi della mente. La testa è la base di tutto”.
 
Filippini si è soffermato anche sulle tecniche di allenamento: “Quando lavoriamo con i giovani ricordiamo sempre l’importanza dell’attrezzo del mestiere. Usare il pallone è fondamentale, così come avere precisi obiettivi per ciascuna seduta. Il divertimento, poi, è una componente che non può mancare”.
 
Importante anche il focus sullo spogliatoio, luogo sacro per ogni squadra. “Lì emergono i leader e le dinamiche di gruppo. L’allenatore deve essere bravo ad assecondarle, ma deve trattare tutti allo stesso modo. Il rispetto si conquista con la coerenza”.

In apertura di serata, dopo il saluto del responsabile della formazione Marco Baiguera è intervenuto don Flavio Raineri: “Lo sport è un mezzo educativo importante. I vescovi italiani lo hanno definito un dono, a patto che sia innanzitutto un divertimento aperto a tutti, consapevole dell’importanza della polisportività e sostenuto da educatori, non solo da tecnici. Per vincere nel senso più profondo del termine servono idee, persone e appartenenza. Questo è essere Csi”. 
 
 
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