Bersani il Surrealista
di Aldo Vaglia

Un assaggio si era già avuto in campagna elettorale. Mentre una parte prometteva di restituire l'IMU, un'altra di dare a tutti un reddito di cittadinanza di 1000 euro, Bersani sognava di smacchiare il giaguaro.


È un problema più di psichiatria che di politica quello che assilla oggi il PD e il suo segretario.
Come artista avrebbe superato di gran lunga tutti i contendenti, ma gli elettori fanno già fatica a capire il reale è difficile che interpretino anche i migliori sogni.

La scelta di Marini è il completamento, del Surrealismo: dal sogno alla follia.
Nulla di quanto aveva detto nei giorni precedenti poteva preludere che dal cappello sarebbe uscito il “lupo marsicano”, ancora più improbabile l’accordo con Berlusconi.
È vero che le vie dell’inciucio sono infinite, ma la faccia simpatica del segretario sembrava una garanzia che i più squalificati cialtroni dell’egocentrismo sarebbero rimasti alla finestra.

Sulle povere spalle del filosofo della metafora, ben interpretato da Crozza, si sono accaniti i soliti fratelli coltelli che da tempo ne ricercano lo scalpo, e lui ha fatto di tutto per concedersi come agnello sacrificale. La schiera di cooptati incapaci di vita propria ucciderebbero volentieri il padre, senza pensare che si ritroverebbero orfani e immediatamente gabbati,

Oggi la strada stretta è diventata impervia; lo sbocco può essere il proseguire nella vendetta.
Al trombato Marini si potrebbero aggiungere, Amato, D’Alema, la Finocchiaro, tutto nel solco di ”muoia Sansone con tutti i Filistei”, ma si potrebbe anche tentare un nuovo aggancio con i 5 Stelle. La più naturale alleanza di quei Democratici che credono in Bersani.

Certo il furbo comico genovese vorrebbe alcune contropartite, che sono comunque sempre meno indecenti di quelle che si dovrebbero dare al fuggiasco giudiziario.
L’alleanza a sinistra eviterebbe in ogni caso la frantumazione del PD e un’eventuale uscita del Renzi di turno avverrebbe al centro, con i noti risultati già sperimentati con Rutelli.

Se il surrealista ritornerà a ragionare, si riprenderà dalla batosta di essere arrivato primo e non aver vinto e manderà al diavolo i D’Alema, i Veltroni, I Turchi, i Franceschini,  tutti quelli che fingono di volergli bene, potrà ancora essere di qualche utilità a quel povero partito che ha gli elettori migliori della sua classe dirigente.