Che cosa frena la prevenzione
di Gianpiero Rossi

Una prima parte a cura dello psicoterapeuta Gianpiero Rossi sul concetto di rinforzo psicologico e motivazione di se stessi quando si ha a che fare con la malattia. E mercoledì un altro articolo sei spunti pratici per motivarsi in questo senso

 
Per moltissime persone sembra difficile mangiare bene, fare esercizio costante, evitare pericolose esposizioni al sole, moderare il consumo di alcol, smettere di fumare, fare regolarmente mammografie, pap test, elettrocardiogrammi e altre classiche misure suggerite per salvaguardare la nostra salute futura.
 
E’ uno strano paradosso provare disagio o pigrizia o paura (per gli esami clinici di prevenzione) al fine di ottenere benefici nella vita. Ancor più paradossale per le tante persone che temono le malattie stesse, come gli ipocondriaci e non adottano stili di vita salutari preventivi. Anzi si stressano con un’ansia cronica. Che fare per motivarsi a uscire da questo insano modo di ignorare la salute o temere la malattia ma senza fare nulla di concreto?
 
Il rinforzo psicologico
Il dolore sembra essere un requisito pressoché universale per darsi da fare a lungo termine. Peccato che la gente aspetta di avere così tanti problemi e dolori per adottare sane abitudini nel lungo periodo. Un grammo di prevenzione vale un chilo di cura, ma ciò rimane solo nel pensiero razionale. Non seguono i fatti. Continuiamo a mangiare sregolatamente (quasi la metà della popolazione è in sovrappeso), non ci muoviamo, si abusa di alcool, tabacco.
 
A parte la paura di qualcuno di sapere per tempo se vi sono forme tumorali o scompensi da curare quando sono ancora curabili, il motivo più probabile di resistenza a fare prevenzione sulle malattie, ha a che fare con il tipo di rinforzo a disposizione per motivare i comportamenti preventivi.
 
Il rinforzo positivo è generalmente ritenuto superiore al rinforzo negativo (scappare dai sintomi della malattia) nel modificare il comportamento perché porta a una modificazione comportamentale e dello stile di vita più duratura.
 
In un programma di rinforzo positivo, un premio è dato dopo che si verifica un comportamento desiderato. Il programma più potente di rinforzo positivo si chiama programma a rinforzo variabile in cui sono riportati i premi dopo un numero casuale di risposte (un po’ come avviene i tutti i rinforzi imprevisti dei giochi a soldi, ahimè).
 
Il problema col rinforzo di comportamenti preventivi è che, non solo la ricompensa della salute avviene troppo a lungo dopo il comportamento adottato (anni o decenni), ma anche il fatto che si presenta sotto forma di qualcosa che non accade (per esempio, non si rischia l’attacco di cuore o non ci si ammala di cancro). Questo è chiamato condizionamento dell’evitamento. Spiega molti fallimenti e malattie in chi evita stili di vita salutari e controlli preventivi.
 
Immaginate poi i fattori psicologici lavorano contro di te quando sei di fronte a una gustosa fetta di torta che una parte di te vuole mangiare per la ricompensa del piacere di gola immediato. Che fine fa l’altra parte di te che non lo vuole fare per la ricompensa futura di non aumentare di peso o il colesterolo e quindi la probabilità di non avere un attacco di cuore fra venti anni. Se ogni comportamento nasce da qualche motivazione, non è difficile capire perché realizzare comportamenti che impediscono la malattia nel futuro è così difficile.
 
Motivare se stessi
Certo, alcuni di noi trovano persino motivante anche il condizionamento di evitamento. C’è chi ha già avuto un attacco di cuore ma non smette di fumare (evitamento per mantenere il piacere del fumo), o ha un parente stretto che ha sviluppato o addirittura morto di cancro ma non fa controlli allo stesso organo nell’ipotesi di predisposizione genetica. Evita la preoccupazione, preferendo il non sapere.
 
Per molti di noi, la ricompensa di impedire che qualcosa di brutto accada in futuro è troppo lontana perché motivi i comportamenti desiderabili nel presente, o al fine di evitare comportamenti non desiderabili, quando questi producono piacere immediato (ad esempio, mangiare cibi nocivi o ingrassanti) o ci permettono di sfuggire al dolore immediato (ad esempio, non provando la fatica nell’esercizio fisico). Come possiamo diventare più motivati? Nel prossimo articolo troverai sei spunti pratici per motivarti in questo senso.
 
 
Gianpiero Rossi
Psicoterapeuta presso Studio di Medicina Clinica
Lumezzane - tel. 030 82 64 09
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