Stanchezza
di Itu

La storia ci dice che tutto è già successo, corriamo in tondo a centrifugare le nostre paure ma il progetto di vita si svolge anche quando ci sentiamo tirati indietro


La tensione dei nostri giorni adesso ha un’identità: un governo difficile da impostare, la crisi che incalza, il Papa che lascia il suo incarico.
Un po’ come trovarsi nel bosco dove Pollicino viene abbandonato dai genitori, lui ha il cuore rotto ma i sassolini per ritrovare una strada.

Di fronte a tante incertezze il marzo pazzerello ci tormenta coi dispetti di gelate rapide e sbuffi di temperature più miti portate gentilmente da un refolo d’aria che fa vibrare le lenzuola appese al filo.

Quando tutto si rabbuia di grigio qualche corvo si schiarisce la voce volando indolente, quando il sole arriva una classe di passerotti s’invola con un frullio di danza in fondo al giardino a far dispetto ai gatti.

La caccia è sospesa e la frenesia volatile è tutta presa a ricostruire un nido, a trovar bacche e foglie vecchie dove accogliere i prossimi nati.

La luce è più lunga, si spalma in velo sottile a ricordare qualche mestiere in più per preparare la primavera.

La stanchezza intorpidisce i nostri sensi ma si sa che niente può nascere senza travaglio e dolore.

Allora guardiamo cosa deve ancora accadere, lasciamo svaporare le delusioni, magari troviamo in fondo alle tasche i sassolini per tracciare alle nostre spalle la strada da ritrovare.