Caino e la generosa vitalità letteraria di Flavio Emer
di Redazione

La storia del 43enne cainese costretto all'immobilità dall'amiotrofia mielogena, ma capace di trasformarsi in scrittore già nel 1993 con "Il mio cielo è diverso". Poi, "Il corponauta" e "Sensi in-continenti", con i rispettivi proventi devoluti a popolazioni in difficoltà

 
«Mi piace moltissimo attaccarmi alla fantasia e penzolare leggero dal suo gancio osservando il meraviglioso e distorto paesaggio sottostante», scrive Flavio Emer nell’introduzione del suo primo libro «Il mio cielo è diverso».
 
Che questa prima pubblicazione, data alle stampe vent’anni fa, fosse solo l’assaggio di un intero universo, non stupisce chi ha la fortuna di sedersi davanti a Flavio e compiere insieme a lui voli pindarici intervallati da profonde analisi sull’attualità.
 
Costretto all’immobilità da una malattia, l’amiotrofia mielogena, che progressivamente atrofizza tutti i muscoli, il 43enne cainese sbalordisce l’interlocutore: Flavio ti prende sottobraccio e ti accompagna lontano.
 
Ed è in grado di destreggiarsi a cavallo di una fantasia che, all’occasione, si trasforma in profondo senso critico, in un vortice di lucida vitalità che trascende ogni limite fisico.
 
«Ho perso l’uso della scrittura a mano quando avevo 14 anni - racconta - poi il mio amico Lorenzo Borra ha installato a casa mia Mister Oby One Kenoby, una macchina che traduce i sistemi vocali in videoscrittura e questa grande conquista mi ha permesso di ricominciare a scrivere da solo.
 
A dire la verità, inizialmente l’idea di scrivere un libro non mi aveva nemmeno sfiorato, anche se vivo nella convinzione che la comunicazione è vita».
 
Ma per Flavio il passo dal riottenimento della possibilità di comunicare alla stesura di un diario che descrive le acrobazie mentali vissute in un’ottica diversa da quella comune, è stato breve.
 
Nel 1993 esce infatti «Il mio cielo è diverso», seguito da «Il corponauta» e, nel 2009, da «Sensi in-continenti». Dopo la prima edizione de «Il corponauta» un viaggio in Brasile cambia, insieme alla sua vita, anche quella del suo romanzo.
 
Nel paese di Pacotì Flavio incappa nella realtà dei bambini di strada e l’emozione che questa esperienza scatena in lui è accompagnata, qualche anno dopo, dalla realizzazione di quello che era ormai diventato il suo più grande desiderio: dare il proprio contributo per aiutare questi fanciulli.
 
Così ecco la nuova edizione del «Corponauta», che ha rivisto la luce nel 2011 grazie alla tipografia Artigianelli, dove il volume è acquistabile in sede oppure online.
 
Ogni copia venduta corrisponde a un mattone che andrà a costruire la biblioteca di Pacotì, per conto di un progetto messo in campo dall’associazione Operazione Lieta, che dal 1983 opera nel nordest del Brasile in soccorso ai bambini più poveri.
 
«Vivo in una condizione per la quale l’aiuto degli altri mi è indispensabile, proprio per questo motivo è forte in me il desiderio di poter contraccambiare», racconta Flavio.
 
La sua indole altruista ha infatti raddoppiato la posta in gioco, destinando i ricavi delle vendite di «Sensi in-continenti» a un’operazionecoordinata dall’associazione Rio De Oro di Gavardo che sostiene il popolo Saharawi, esiliato da più di trent’anni in tendopoli all’estremo sud del deserto algerino.
 
Caino è uno dei territori bresciani che, durante il periodo estivo, ospita alcuni membri di questa popolazione in modo da somministrare loro le terapie di cui non possono usufruire in quella che, oltre a essere poverissima, non è neppure la loro patria.
 
Alla domanda se ha in serbo altri «manuali di viaggio dei sensi», Flavio chiosa che, al momento, preferisce limitarsi alla collaborazione con larivista Arcalaica ma, in futuro, tutto è possibile. 
 

Fonte: Barbara Fenotti, "Giornale di Brescia", 24 febbraio 2013.