Rispettare i segnali del corpo: fame, sazietà e piacere
di Gianpiero Rossi

La restrizione calorica eccessiva è un altro vizio comune nel tentativo di perdere peso con la conseguenza che il corpo rallenterà il tasso metabolico per conservare la limitata quantità di energia disponibile, portando a un aumento del peso

 
Proseguiamo gli articoli precedenti su “Come perdere perso e rimanere in salute mangiando con piacere”.
 
La definizione poco simpatica di “morto di fame” la si dà a chi mangia eccessivamente o voracemente, come se venisse sottratto loro il cibo. Questa è spesso la conseguenza della privazione eccessiva e poco piacevole a vedersi a tavola.
 
La restrizione calorica eccessiva è in effetti un’altro vizio molto comune nel tentativo di perdita di peso. Quante volte si sente dire “basta che non mangi, o saltare dei pasti per calare”. Anche se la privazione può essere efficace a breve termine, il corpo si adatta alla fine della restrizione e la maggior parte delle persone finiscono per ottenere indietro tutto quello che hanno perso, a volte di più.
 
Quando le calorie sono limitate, meno sostanze nutritive sono disponibili per le esigenze quotidiane del corpo. Questo può provocare sbalzi d'umore e stanchezza e può alla fine portare a carenze nutrizionali e problemi di salute gravi.
 
Inoltre, il corpo finirà per rallentare il tasso metabolico per conservare la limitata quantità di energia disponibile, e come molti sanno, un metabolismo più lento riduce la perdita di peso. Ma non finisce qui: poiché il metabolismo è rallentato, questo creerà un aumento di peso ancora più del normale, non essendo in grado di smaltire adeguatamente il nuovo cibo fornito. Il corpo, per principio di sopravvivenza, lo userà come protezione per difendersi dalla prossima privazione.
 
Il corpo si allarma come “morto di fame” ovvero carente di sostanze nutritive, l'appetito è dunque destinato ad aumentare e quando la tentazione di mangiare diventa troppo forte ecco servito a poco a poco anche il piatto del “binge eating”, il disturbo da alimentazione incontrollata.
 
Si fa incetta di quantità di cibo esagerate, velocemente e con la sensazione di perdere il controllo dell’atto del mangiare. Il piacere e altre sensazioni corporee come la sazietà non vengono riconosciute e rispettate.
 
Queste situazioni possono ripetersi anche più volte la settimana e purtroppo anche in momenti in cui non si ha una sensazione fisica di fame. Il disturbo si configura in bulimia se all’abbuffata seguono comportamenti di eliminazione come vomito autoindotto od uso di lassativi.
 
Anche se non si sfocia nel circolo vizioso di questi disturbi, privarsi del cibo causa emozioni negative che sono una fonte di stress, che a sua volta compromette la digestione e ciò costituisce un altro fattore di aumento del peso.
 
Rispettiamo il corpo nei suoi sottili segnali sia di fame, di sazietà e di piacere consapevole invece che di schiavizzarlo con modi a dir poco masochistici. 
 
 
Gianpiero Rossi
Psicoterapeuta presso Studio di Medicina Clinica
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