Non c'è pace a Lavone, nemmeno per il cimitero
di Erregi

Martedì è stata presa di mira la cascina "Cole", divorata dalle fiamme e a distanza di poche ore al cimitero della frazione pezzazese è stato rubato del rame. Grande la rabbia per un gesto irrispettoso aggravato dalla sacralità del luogo

 
Nemmeno al camposanto si può stare tranquilli o dirsi immuni dall'ignoranza e dalla delinquenza. Ne è l'esempio il cimitero di Lavone, frazione di Pezzaze che, per la seconda volta nel giro di qualche mese, viene preso di mira dai ladri.
 
Parte del reticolo di grondaie in rame che raccolgono l'acqua piovana, infatti, è stata sottratta dai soliti ignoti, suscitando la rabbia e lo sgomento della piccola comunità che, per la seconda volta in meno di un anno vede colpito un luogo sacro.
 
E oltre al danno, anche la beffa: la refurtiva è tutto fuorché ricca e, nella frazione, ci si domanda con quale coraggio, per qualche decina di euro o poco più, ci si spinga addirittura a violare luoghi sacri come chiese e cimiteri.
 
Certo il rame è ben pagato e ormai è nota l'esistenza di quello che si può definire quasi un vero mercato nero di questo prezioso materiale, ma stupore e ira restano, insieme alla paura di ulteriori furti.