Consiglio di Stato: traditi i referendum sull'acqua
di Redazione

L'organo istituzionale ritiene "incoerenti" con il quadro normativo uscito dal referendum tenutosi il 12 e 13 giugno 2011 i costi pagati da allora e invita l'Authority per l'energia ad adottare nuove tariffe. Di seguito il comunicato di Alma Aqua di Prevalle che si era spesa per il referendum

 
Le bollette dell'acqua pagate dagli utenti dal 2011 ''non sono coerenti'' col quadro normativo uscito dal referendum del 12-13 giugno celebrato lo stesso anno. A questa conclusione è giunto il Consiglio di Stato esprimendo un parere rivolto all'Authority per l'energia, giudicando ''in contrasto'' col referendum il criterio della ''adeguatezza della remunerazione dell'investimento'' per determinare la tariffa, ovvero il profitto garantito del 7% presente nelle bollette.
 
Riportiamo al riguardo il comunicato dell’associazione Alma Aqua onlus di Prevalle che si è battuta per l’esito positivo dei referendum.

Lo ripetiamo ancora una volta: abbiamo vinto, non si possono fare profitti sull'acqua. Questa volta a darci ragione è il parere del Consiglio di Stato sulla tariffa: le bollette che i gestori consegnano ai cittadini sono illegittimamente gonfiate e non rispettano la volontà referendaria espressa da 27 milioni di persone.

L'Autorità per l'Energia Elettrice ed il Gas, incaricata di formulare la nuova tariffa all'indomani del Referendum, aveva infatti chiesto un parere al Consiglio di Stato circa la remunerazione del capitale investito, ovvero il profitto garantito del 7% presente nelle bollette. Il Consiglio di Stato ha risposto confermando quanto precedentemente affermato dalla Corte Costituzionale: dal 21 luglio 2011, data di proclamazione della vittoria referendaria, la remunerazione del capitale investito doveva cessare di essere calcolata in bolletta.

Quello che i cittadini hanno pagato è illegittimo e i soggetti gestori non hanno più alibi: devono ricalibrare le bollette. Il Forum Italiano dei movimenti per l'acqua lo dice da più di un anno e lo ha messo in pratica con la campagna di “obbedienza civile”, con cui decine di migliaia di persone in tutta Italia hanno ridotto le proprie bollette per contrastare la violazione democratica.

Oggi, questa sentenza rafforza la necessità di rispettare il referendum del 2011 e delegittima le scelte che hanno guidato l'AEEG nella formulazione della nuova tariffa, emessa un mese fa, in cui “la remunerazione del capitale investito” viene reintrodotta sotto mentite spoglie.

Questo nuovo evento non fa che rafforzare le ragioni di chi vuole un servizio idrico ripubblicizzato e fuori dalle logiche di mercato.
La mobilitazione contro la “nuova” tariffa AEEG è già iniziata e andrà avanti fino a che non verrà ritirata nel rispetto della volontà degli italiani, nelle strade, nelle piazze e nei tribunali. Si scrive acqua, si legge democrazia.

Qui la sentenza del Consiglio di Stato.