Simona Castelluccia e i segreti dell'arteterapia
di Fonte: Barbara Fenotti, "Giornale di Brescia", 8 gennaio 2013

Dallo scorso 21 gennaio ogni lunedì (ore 20.30/22) è attivo a Villa Carcina il laboratorio di arteterapia tenuto dalla 30enne navense Simona Castelluccia, tecnico di riabilitazione psichiatrica e che dal 2009 ha intrapreso la scuola di Arteterapia a Bologna

 
La ricerca del nostro sé è un atto connaturato all’essere umano dalla notte dei tempi e le testimonianze, prime fra tutte le incisioni rupestri, ci danno la certezza che l’arte è stato uno dei primi mezzi attraverso il quale l’uomo ha cercato di dare un senso alla propria esistenza.
 
Un rapporto che ha attraversato i secoli e la cui valenza terapeutica è stata riconosciuta e utilizzata con il nome di arte terapia sin dagli anni ’40 e ’50 in Inghilterra e negli Stati Uniti per curare i disagi psicologici dei reduci di guerra e di persone ricoverate negli ospedali psichiatrici. In Italia bisognerà aspettare gli anni ’80 perché questa modalità terapeutica prenda piede.
 
Oggigiorno a usufruirne sono adulti, ragazzi e bambini che materializzano la propria creatività attraverso un oggetto artistico che diviene matrice di dialogo e riflessione tra l’improvvisato artista e la figura mediatrice del terapeuta. Nave è uno dei pochi paesi della Valtrompia a ospitare una pioniera dell’arte utilizzata con scopi terapeutici.
 
Simona Castelluccia, trent’anni il prossimo marzo, è da sei anni tecnico della riabilitazione psichiatrica, ruolo che ricopre nel Centro diurno psichiatrico dell’ospedale di Gardone. Da sempre grande appassionata di arte, nel 2009 ha intrapreso la scuola di Arteterapia a Bologna.
 
"Quando si tratta di lavorare con l’anima delle persone c’è sempre un aspetto di continuo approfondimento, di amplificazione che il linguaggio non verbale dell’opera d’arte favorisce, bypassando le barriere razionali", spiega Simona.
 
Nel frattempo ha intrapreso gli studi di psicologia per approfondire ulteriormente la sua formazione e insegna arteterapia alla facoltà di Medicina di Brescia.
 
In contemporanea ha dato vita a laboratori di arteterapia collettivi e individuali anche al di fuori delle strutture sanitarie, rivolgendosi a persone che desiderano semplicemente intraprendere un percorso terapeutico attraverso l’arte.
 
La sua indole di giovane pioniera del settore la conduce ora a proporre il laboratorio di arteterapia "Ritratti dell’anima", che si inserisce nel più vasto progetto "Tracce umane involontarie", ponte tra l’esperienza di Villa Carcina e il gruppo presente all’interno del centro psichiatrico di Rovedolo, a Gardone.
 
Attraverso l’utilizzo di materiali artistici e di riciclo i partecipanti possono dare voce alla propria creatività in un clima di condivisione e assenza di giudizio.
 
A partire dallo scorso 21 gennaio, ogni lunedì dalle 20.30 alle 22, è possibile liberare il proprio estro contattando Simona al 339.3391718 oppure inviandole un'e-mail a simonacastelluccia@ gmail.com