Lumezzane e il monumento al comandante Verginellla
di Fonte: Egidio Bonomi, "Giornale di Brescia", 15 dicembre 2012

Domenica 13 gennaio il cippo commemorativo del comandante partigiano Giuseppe Verginella troverà nuova e più adeguata collocazione. Un monumento per ricordare la storia di barbarie e di pietà legata al partigiano lumezzanese, seviziato e trucidato dai nazisti

 
Il monumento al comandante partigiano Giuseppe Verginella avrà diversa collocazione rispetto al «cantuccio» dove ora si trova, peraltro segnato dal tempo e da passati atti vandalici.
 
L’amministrazione civica di Lumezzane, con l’Anpi locale, dedica al partigiano un diverso cippo da collocare nella nuova aiuola sulla curva che immette al Villaggio Gnutti, una quindicina di metri di fronte al vecchio monumento. Ne hanno dato compiuta notizia, in un incontro, il sindaco Silverio Vivenzi con gli assessori Lucio Facchinetti e Cosimo Alemanno e – per l’Anpi lumezzanese – Giampietro Patelli. Il cippo poggerà su piedestallo di cemento.
 
Nella nuova sede sarà ben più visibile, per quanto l’attuale monumento sia nel preciso punto in cui il comandante «Alberto» - nome di Verginella da partigiano - è stato barbaramente finito con una scarica di mitra all’addome, dopo sevizie e torture inenarrabili senza che mai rivelasse i nomi di compagni e resistenti.
 
Una storia di barbarie e di pietà, quella che vide il trasporto al cimitero di San Sebastiano della salma ancora calda di Verginella. A raccoglierla venne chiamato il «sottramorto» d’allora, Giuseppe Ghidini, detto Pino de Tahù.
 
Da solo, non riusciva nemmeno a sollevare l’ucciso. Sopraggiunse Maria Rivadossi (per tutti Margì dei Htremàh, perché confezionava materassi) diretta al Villaggio a ricevere fasce per neonati. La donna vinse l’orrore immenso che l’assalì.
 
Arrivò anche Bossini Panciogo, con un camioncino. Dal cassone venne calata una carriola, sulla quale Margì e Pino Ghidini adagiarono il corpo di Verginella per poi issarlo, con sforzo immane, sul cassone. S’avviò così il triste corteo di Pino e Margì, a piedi, dietro al camioncino. Giunti al camposanto, arrivò anche Pietro Bugatti, detto Pierolete, il falegname, con la cassa di fresca fattura.
 
Margì, con le proprie mani, ricompose il corpo dilaniato del partigiano, vincendo orrore, angoscia e lacrime. Finalmente la bara fu chiusa e lasciata a disposizione. Il nuovo cippo sarà inaugurato il 13 gennaio prossimo, presente una delegazione dell’Anpi di Trieste. Rinnovata anche la scritta.
 
Eccola: «Il 10 gennaio 1945, dopo indicibili torture, in questo luogo è stato assassinato dalla polizia fascista Giuseppe Verginella, nato a S. Croce (Trieste) il 17 agosto 1908. Medaglia d’argento al valor militare, comandante "Alberto" della 122ªBrigatad’assalto Garibaldi, eroico combattente della Resistenza in Spagna, Francia, Italia per la libertà dei popoli, contro l’ingiustizia e l’oppressione».
 
La scritta è riprodotta anche in serbo, data l’origine di Giuseppe Verginella. Memoria che si rinnova, ma anche severo monito.