Perdere peso: cinque cose che funzionano
di Gianpiero Rossi

Dopo le cinque strategie sbagliate per dimagrire ecco le cinque che possono aiutare a ritrovare l'equilibrio con il proprio corpo: mangiare, mangiare rilassati, appagare il piacere, essere amati, ispirarsi alle persone magre

 
Dopo l’articolo precedente “Perdere peso: 5 cose frequenti che non funzionano”, consideriamo ora queste cinque strategie che funzionano, alcune di queste a lungo testate nell’ambito della psicologia della nutrizione a livello internazionale.
 
1. Mangiare
Stranamente, un modo per sostenere a lungo termine la perdita di peso è quello di... mangiare! Quando dico "mangiare", intendo creare un rapporto con il cibo che ti fa amare, non temere, sentendoti nutrito/a da esso, ricevere piacere, mangiare con soddisfazione per celebrare la vita. Fidati del tuo corpo.
 
Concedi a ogni cellula il nutrimento di cibo gustoso non appena senti fame, anche leggera (la fame vera, fisiologica, non quella emotiva). Con la disponibilità a contattare il tuo appetito naturale e il tuo “nutrizionista” interiore, il tuo corpo inizierà a trovare la sua strada di casa. E' così semplice. Se aspetti troppo a mangiare, si sa che invece di nutrirti, rischi di ingozzarti.
 
2. Mangiare rilassati, piacevolmente lenti e con piccoli bocconi
Chi mangia veloce ingurgita considerevolmente più calorie e paradossalmente si sente meno sazio subito dopo il pasto e persino un’ora dopo. In uno studio è emerso che mangia meno chi usa bocconi piccoli rispetto a chi ne usa più grandi. L’apporto medio su un pasto di budino al cioccolato è stato di 100 calorie in meno (una riduzione del 23%).
 
Più a lungo rimane in bocca il cibo, meno se ne mangia. A ciò contribuisce la lentezza. Oltre ad appagare il piacere, la calma ci fa prendere meglio contatto anche le sensazioni dello stomaco, fino ad avvertire prima la leggera sazietà. Mettere giù le posate durante la masticazione ci permette di allentarla più facilmente.
 
3. Appagare il piacere
Chi mangia distrattamente i pasti avverte a malapena il sapore e la quantità che ingerisce. Non farsi distrarre troppo spesso ci permette di appagarci prima e meglio, soprattutto per quei cibi gustosi che spesso sono anche i più calorici. Chi si concede con attenzione un cibo, anche se proibito, questo perde la sua tentazione. La consapevolezza si sposa con la giusta quantità. Se si apprezza ciò che si mangia non se ne avverte il bisogno continuo.
 
L’istinto di sopravvivenza si basa non solo sul tenerci lontano dal dolore ma soprattutto sul principio del piacere, che ci spinge verso il cibo, la sessualità, il benessere. Contraddire questa regola biologica significa remare contro natura, contro se stessi. E la frustrazione conseguente ci prepara la ribellione di un piacere smodato, incontrollato e quindi temuto. In pace col cibo e in pace col proprio corpo. E’ su questi principi base che ci si esercita nei training di psicologia della nutrizione.
 
4. Essere amati
Sappiamo che l’ideale è amarsi per essere amati. Ma non tutti ci riescono con questa premessa. Molte persone, in particolare donne, sanno razionalmente che sarebbe meglio accettare il proprio corpo esattamente com’è, anche in vista di miglioramenti. Anche quando è già accettabile non lo amano comunque e vivono in costante autocritica e combattono col cibo come se fosse l’unico modo per restituire bellezza. A chi è troppo difficile amare il proprio corpo c’è bisogno di chiamare i rinforzi.
 
Se una persona non può amare il suo corpo, ma ha un compagno/a in grado di farlo, allora può prendere in consegna per un po’ questo compito. Massaggi, carezze, apprezzamenti. Ognuno ha il proprio stile. Il corpo ha bisogno di essere amato, ma non esclusivamente da chi lo abita. Se proprio non riesci ad amare il tuo corpo così com'è, cerca di trovare qualcuno che possa amarlo e vedi cosa succede. Accettarsi ci restituisce una energia positiva che possiamo utilizzare per qualsiasi miglioramento desiderabile. Il conflitto con sé ci restituisce solo stress. E lo stomaco lo sente.
 
5 .Ispirarsi alle persone magre
Alcune donne sono abbastanza competitive con le altre quando si tratta di peso corporeo. Si guardano le une con le altre per confrontare, criticare, attaccare in silenzio e sembrano andare contro le stesse persone che vogliono emulare. Non solo si tratta di un colpo basso quando siamo ingiustamente critici con le persone grasse, così come è altrettanto ingiusto giudicare quelle magre. In generale, la sentenza tende a cadere quando stiamo per ottenere quello che vogliamo.
 
La prossima volta che vedi qualcuno che ha il corpo o il peso che desideri, invia loro una benedizione silenziosa. Ciò che si manda, ritorna. E se vuoi farlo ritornare meno passivamente, scopri come fanno a mangiare e a muoversi i magri. Ispirati. Non mangiare solo con chi ti da un cattivo esempio.
 
Gianpiero Rossi
Psicoterapeuta presso Studio di Medicina Clinica, Lumezzane. 030.826409
gprossi@intelligenza.it