Economia ed Ecologia
di Aldo Vaglia

Pur avendo la stessa radice Eco=Oikos= casa, le due scienze sono una contro l'altra armate. La diatriba tra ecologia ed economia è una guerra fratricida destinata all'infinito.


L’incontro o più precisamente lo scontro è avvenuto negli anni 60.
Quando l’ecologia si è trasformata da disciplina puramente naturalistica in una scienza di più ampio orizzonte, il filo si è spezzato.
La contrapposizione porta la responsabilità di entrambe.

Salvatore Settis spiega il conflitto nel diritto delle generazioni future a ricevere un ambiente tutelato e non distrutto dalle generazioni precedenti, e cita figure storiche illustri e differenti:
Carlo Marx “nessuna società può godere del diritto di proprietà”.
Adam Smith “la terra è proprietà di tutte le generazioni”.
Theodore Roosvelt “noi siamo soltanto una frazione e dobbiamo conservare l’ambiente per il futuro".

La lungimiranza bifronte, insegna a servirsi del passato per correggere gli errori e costruire un futuro consapevole.
L’economia assegna a tutto un valore, ma non può etichettare il prezzo delle montagne, dei boschi e, soprattutto delle persone. Se tutte le risorse fossero distrutte quanto costerebbe rimetterle in piedi? Che valore ha la terra?

Non bastano l’Economia e l’Ecologia, serve una nuova condivisione una nuova etica civile un nuovo modello mentale che potremmo definire: Ecofilia (la condivisione affettiva, oltre al rispetto, di tutto ciò che ci sta attorno).
Anche l’ambientalista, Vandana Shiva, vede un futuro compromesso da un’agricoltura industriale chimicamente intensiva che con l’uso sproporzionato di carburanti fossili, utilizza più energia, più acqua, più terreno, per produrre cibo inquinato e in minore quantità.

Il cibo è energia, ci troviamo di fronte ad una crisi entropica, consumiamo 100 sperperando 300, abbiamo un sistema in grado di produrre per 12 miliardi di persone e un miliardo soffre la fame.
Si spende di più per dimagrire che per mangiare.
I contadini rappresentano quella biodiversità culturale e produttiva che insieme al paesaggio e al turismo sono la risorsa principale per l’economia e lo sviluppo dell’Italia, ma rappresentano solo il 3% della popolazione.
Riaffermare dignità e reddito per l’agricoltura potrebbe essere parte della soluzione della crisi in cui ci dibattiamo da anni.

Il cibo è diventato merce anonima. Schierarsi per i piaceri della tavola e del buon cibo, difendere i prodotti locali di fronte alla crescente omogeneizzazione imposta dalle logiche moderne di produzione e distribuzione, proteggere e sostenere i piccoli produttori, è quanto anche individualmente si può fare.

Il cibo è solo uno degli esempi di un’industria degli sprechi di un’industria che oltre a consumare energia consuma materia e produce rifiuti.
Il termine “sviluppo sostenibile” deriva dall’inglese “sustain” appoggiare sostenere nel tempo, si riferisce al pedale del pianoforte che consente di prolungare il suono. Ancora più chiaro il concetto in francese "durable" durevole.
Non abbiamo una terra di scorta, per poter sostenere nel tempo lo sviluppo è necessario riannodare il filo spezzato tra Economia ed Ecologia.