Perdere peso: cinque cose che non funzionano
di Gianpiero Rossi

Il primo dei due articoli dello psicologo lumezzanese mettono in evidenza cinque classiche strategie che non vanno: diete decennali, accumulare fame, uso di dolcificanti artificiali, pensare di essere grassi, rimanere in disparte

 
In questo primo articolo si presentano cinque classiche strategie che non funzionano per la perdita di peso. Nel secondo articolo cinque strategie che invece funzionano.
 
Cosa non funziona:
 
1. In dieta per più di dieci anni
Una delle domande preferite da chiedere a qualsiasi cliente che tenta di perdere peso è "Da quanti anni sei stato/a dieta"? E’ curioso sentire rispondere con risposte del tipo “10 anni, 20 anni, 30 anni e più". Se la strategia continua a fallire (senza aspettare un decennio), allora è il momento di fare qualcosa di diverso. O si continuerà ad ottenere gli stessi risultati.
 
Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettare risultati diversi, diceva Albert Einstein. L'arte e la scienza di una dieta per la perdita di peso ha una certa utilità nel breve periodo. Ma a lungo termine la pratica di stare a dieta è controproducente. Non si riesce a reggere psicologicamente la continua privazione.
 
 
2. Accumulare troppa fame
La fame, specie se ripetuta e prolungata, rallenta il metabolismo e quindi la capacità di smaltire calorie. Chi ha fame scivola nell’appetito incontrollato, in quantità, e cade sulla qualità: siamo cioè portati a privilegiare cibi dolci, perché di pronta energia, o grassi. Se torniamo a casa affamati come lupi dopo un’intera giornata cercheremo qualcosa di veloce da preparare e che sazi. E nell’attesa ci si fionda sul pane e stuzzichini vari, che di per sé possono bastare come contributo energetico. E se il corpo deve proteggersi in vista della prossima privazione, tratterrà ogni cosa ingerita.
 
Per quanto strano possa sembrare, meno ci si mette nelle condizioni di avere fame maggiori possibilità si hanno di perdere peso. E’ proprio il fatto di non soffrire la fame che permette di compiere scelte salutari in maniera facile e piacevole, a cominciare dal mangiare lenti e immersi nel piacere consapevole come contemplato nel mio programma “Dimagrire col piacere a tavola”.
 
 
3. I dolcificanti artificiali
Dopo quasi cinquanta anni di dolcificanti artificiali nella catena alimentare, non un solo studio scientifico ha mostrato una correlazione tra l'uso di tale materiale dal cattivo sapore e la perdita di peso a lungo termine. In realtà, tutte le imbarazzanti ricerche dimostrano che i dolcificanti artificiali stimolano maggiore appetito e fanno sì che, in effetti, si aumenti di peso!  In generale, qualsiasi cibo artificiale che è stato inventato in laboratorio e che non è naturale per la catena alimentare ha fallito miseramente quando si tratta di nutrire un umano. Morale della storia: mangiare cibo vero.
 
 
4. Pensare che si è grassi quando non lo si è veramente
Hai mai incontrato qualcuno/a che è chiaramente snello/a e sottile, ma spende una buona quantità di tempo, di energia vitale e dell’umore a pensare che è in sovrappeso e ha bisogno di perdere un chilo o tre o dieci? Se non li hai ancora incontrati, allora è il momento di uscire di più, perché sono ovunque. Ecco la sfida: le stesse persone che costantemente pensano di essere grasse anche se non è così non riescono finalmente a dire "Sono magro/a".   
 
Questa gente pensando di essere grassa, si aspetta che in qualche modo l'universo avrà pietà di loro con qualche chilo di perdita di peso. Dopo tutto, non è chiedere molto. Non pensare che tu sia grasso/a se non sei davvero grasso/a. Pensa solo che sbagli su di te e hai bisogno di un grande abbraccio e molto più amore.
 
 
5. Rimanere in disparte
Un numero significativo di coloro che stanno cercando di perdere peso, hanno una strategia molto interessante - si tolgono fuori dal gioco. Restano ai margini della vita. Hanno fatto la scelta ben ponderata che se non possono avere il peso che vogliono, allora non possono essere il vero sé. Significa che la loro vera vita in realtà non è ancora iniziata. O non sta continuando. Non escono per paura del giudizio. Non fanno movimento nella natura perché potrebbero incontrare qualcuno. Non parliamo della palestra, la vetrina dei corpi e degli occhi indiscreti.
 
Se stai utilizzando il peso come una scusa per tenerti indietro dalla vita, non sei quasi felice come potresti essere. Ma non c'è da preoccuparsi. Ora è il tempo di entrare in gioco, non importa quello che pesi. Riesci a sentire chi ti accoglie al tuo arrivo?
Nel prossimo articolo suggerisco cinque cose che funzionano.
 
Gianpiero Rossi
Psicoterapeuta presso Studio di Medicina Clinica, a Lumezzane. Tel 030.826409
gprossi@intelligenza.it