Bovezzo modello di etica con la «Carta di Pisa»
di Rosa Casari

La municipalità bovezzese è l'unica in Valle e in provincia di Brescia ad aver fatto proprio il codice etico suggerito dal Ministero per dare alcune indicazioni agli amministratori locali su trasparenza, conflitto di interessi, rapporti con la giustizia

 
Dopo la torre di Pisa arriva la “Carta di Pisa”. Anche in Valtrompia. Nessun errore geografico, nessuna traslazione notturna della Valle del Mella in regione Toscana, ma soltanto l’adozione da parte di una municipalità triumplina di quel documento amministrativo così soprannominato perché adottato per primo nella città della torre pendente.
 
A fare propri i dispositivi contenuti nella “Carta di Pisa” è stato Bovezzo (unico in Valtrompia) che così cerca di far conoscere anche agli altri comuni i princìpi contenuti all’interno di quello che è un codice etico di amministrazione della cosa pubblica.
 
Maggioranza e minoranza bovezzesi hanno così sposato la carta che fornisce alcune indicazioni agli amministratori locali circa trasparenza, finanziamento dell’attività politica, nomine in enti e società pubbliche, conflitto di interessi, rapporti con la giustizia.
 
Uno strumento prescrittivo che ad oggi rimane un unicum in Valtrompia (e in provincia di Brescia), perché i comportamenti di chi amministra la cosa pubblica possano (e debbano) essere modello di integrità.
 
In allegato la suddetta “Carta di Pisa”.