Ancora attesa per la nuova bretella
di Erregi

Un'alternativa necessaria alla Sp 345 che, però, per l'inadempienza nei pagamenti da parte della Provincia, ancora non ha visto la luce: la situazione, per l'amministrazione gardonese è intollerabile e si procederà ad una diffida

 
“Ci prendiamo tutta la responsabilità della nostra azione legale contro la Provincia 
- esordisce il primo cittadino gardonese Michele Gussago- ma d’altronde qualcuno le proprie responsabilità deve pur prendersele”.
 
Parole dure, queste, all’indomani della decisione di diffidare l’ente provinciale per l’inadempienza nel pagamento della propria parte, decisamente non indifferente, per le spese dell’opera tra Inzino e il quartiere Oneto.
 
Parole, però, pronunciate a malincuore così come a malincuore viene presa questa decisione drastica ma, d’altronde, considerando che per mantenere aperto il cantiere e poter ultimare le opere sul territorio comunale, l’amministrazione ha dovuto minare la propria stessa stabilità economica per i pagamenti delle imprese coinvolte, non esistevano alternative.
 
E a giustificare la rabbia del primo cittadino, come di tutti gli altri, c’è anche la considerazione che, visto il “colore” politico della Provincia (PdL e Lega Nord) che fa dell’eccellenza del settentrione una bandiera, è ancora più assurdo che a Inzino ci sia un ponte che finisce nel nulla, senza uno sbocco sul provinciale, come nei peggiori casi di “mala edilizia” così frequenti nel sud Italia.
 
Siamo quasi al punto di chiamare il Gabibbo!” dichiara ancora Michele Gussago che, insieme all’Assessore ai Lavori Pubblici, Fausto Gamba, sottolinea come la Provincia sia adempiente due volte:  “non solo non ha versato il totale del contributo per le opere già praticamente ultimate, ma non ha ancora cominciato nemmeno la costruzione del collegamento,che dalla nuova strada sul Mella permetterebbe al traffico di immettersi sulla SP 345”.
 
Un’opera, quella della creazione di un’alternativa alla provinciale, che vede Gardone impegnato fin dal 2002 e per un totale di circa 7 milioni di euro. Si comincia con via Grazioli, con il rifacimento del quartiere Oneto e la creazione del percorso ciclo-pedonale per finire, nel 2010, con il via ai lavori di questo quinto ed ultimo lotto che, però, è ancora in fervente attesa del varo.
 
“Per ovviare, anche se parzialmente e in maniera temporanea, alla situazione- continuano sindaco e assessore- apriremo la strada almeno a senso unico a salire, sfruttando il vecchio ponte della Dolomite”. Per questo, però, si attenderà il nuovo anno: sono ancora in corso, infatti, gli accertamenti e i collaudi per la sicurezza.
 
Oltre al danno, però, arriva anche la beffa: per creare quest’alternativa “posticcia” il Comune dovrà spendere altri soldi non preventivati per chiudere l’accesso al nuovo ponte ed evitare disagi o pericoli, cambiare la segnaletica della nuova carreggiata per scoraggiare i sorpassi pericolosi e installare guard-rail e protezioni su via Rovedolo e sul ponte Dolomite.
 
E i soldi ancora non arrivano: entro il 31 dicembre dovrebbe ( e il condizionale è d’obbligo) arrivare la seconda tranche di quei primi 500 mila euro a carico della Provincia, ma considerando che non è ancora arrivata nemmeno tutta la prima tranche (mancano all’appello ancora 200 mila euro) le speranze sono surclassate dai dubbi.
 
A questi soldi, poi, si aggiungono gli altri 500 mila che la Provincia dovrebbe spendere per il collegamento alla SP 345 e la creazione di una rotatoria per smaltire meglio il traffico, specie quello verso l’Alta Valle che trarrà, a guerra finita, un grande vantaggio da questo intervento.
 
Ma la Provincia cosa dice? “Non fanno che parlare del Patto di Stabilità e dell’impossibilità di pagarci, ma in altre zone inaugurano opere e aprono cantieri, abbandonando la Valtrompia perché, chiaramente, non la ritengono prioritaria”.
Ma, forse, passando alle maniere forti, qualche cosa cambierà.