Grillo, politico potenziale?
di Leretico

Ammettiamo che sia divertente nelle sue uscite goliardiche, nelle sue nuotate alla Mao Tse-Tung. Ammettiamo anche che quando disse in televisione che i socialisti erano di mano lesta, ebbe un certo coraggio e per questo fu bandito dalla Rai.


Se occorre siamo disposti anche ad ammettere che utilizzare il film "V per vendetta" per copiarne la "V" dei "Vaffa day" sia servito a dargli un tono di giustiziere popolare.
Ma qualcosa in tutto quello che Grillo sta facendo mi sembra già visto.
 
Scorrendo un suo articolo intitolato "Politica, antipolitica e pollice di Cesare" del 3 novembre 2012 mi è caduto l'occhio su alcuni passaggi rivelatori, e alla fine mi sono caduti anche gli occhiali.
L'articolo voleva giustificare la reprimenda subita da una "grillina" rea di aver partecipato ad una trasmissione televisiva, per precisione Ballarò.
 
Fin qui tutto nella norma, una semplice espulsione cosa volete che sia.
Le hanno fatte anche quelli della Lega, quindi Grillo non voleva essere da meno.
Sul suo blog scrive: "chi viola quella regola," cioè di non comparire in televisione, "si sta mettendo fuori della Politica, perché con il proprio atto sta dicendo che 'non sono interessato al rispetto delle regole del movimento al quale appartengo, perché non credo in un’idea collettiva bensì penso al mio bisogno di visibilità, quindi approfitto dell’occasione'. Tradotto vuol dire 'scelgo l’Anti-politica' ovvero l’esigenza del singolo a scapito della regola collettiva".
Quando sono arrivato alle ultime parole di questa tirata un brivido mi ha preso lungo la schiena e anche un po' più in giù, perché questa storia della regola collettiva è una materia pericolosa.
Ho inforcato gli occhiali appena caduti e ho cercato di ricordare dove mai avessi letto di questa imprescindibile "regola collettiva".
Per Grillo la sua idea collettiva deve essere veramente molto importante. I "grillini", infatti, non possono assolutamente fare mosse da individualisti come farsi riprendere da una telecamera. L'"idea collettiva" insieme alla "rete delle reti" odiano gli individualisti e li cassano se osano opporsi. È questo odio, nascosto tra le righe, che mi ha colpito.
È il tentativo di occultare, cancellare l'elemento individuale dei "grillini", la parte che li differenzia uno dall'altro, che mi ha fatto rabbrividire. L'individuo non conta, conta il collettivo.
Nel mio elucubrare su questi aspetti così "collettivistici" del pensiero del Beppe nazionale, finalmente mi sono ricordato di un certo Saloth Sar, un piccolo insignificante e affascinato lettore di Jean-Paul Sartre, così piccolo che non era riuscito a superare le difficoltà del liceo più importante del suo paese e aveva perciò deviato su una scuola tecnica più facile. Saloth aveva una strana somiglianza con un imbrattatore di tele di origine austriaca, nato a Braunau am Inn nel 1889, che poco più di trent'anni prima di lui, pur vagheggiando di entrare all'Accademia di Belle Arti di Vienna, ne fu giustamente scartato per ben due volte.
Questa, però, è un altra storia.
La storia del cambogiano Saloth Sar invece ha a che fare con l'idea collettivistica di Grillo.
Dopo essere vissuto tre anni a Parigi e aver militato nel Partito Comunista Francese, nel 1953 Saloth tornò in patria, in Cambogia, e fondò il Partito Rivoluzionario del Popolo Khmer ispirandosi al mito della rivoluzione francese.
Nel suo schema di pensiero "anche i gesti e gli atteggiamenti individuali venivano interpretati in chiave politica: un'indecisione indicava meschino intellettualismo borghese, la tristezza confusione spirituale, la gioia individualismo. L'individuo in sé stesso non aveva alcun valore, solo il collettivo ne aveva, quindi la vita di un singolo uomo era irrilevante".
Saloth Sar cambiò nome e si fece chiamare Pol Pot. Il noto giornalista americano William T. Vollmann  anni dopo affermò che il nome derivava dalle prime lettere delle due parole "Poltico Potenziale", non si sa se sia vero.
La sua idea di collettivismo fece più di due milioni di morti nel suo paese. I miei occhiali sono caduti nuovamente.
Il pensiero è andato per compensazione a Scilla e Cariddi, all'occasione perduta non intervenendo durante l'eroica  e mediatica traversata a nuoto del nuovo italico politico potenziale.

Leretico