Pruderie
di Itu

Tra sesso e amore, riti e strumenti per viaggiare nel mare dei sensi. Impressioni dopo la lettura di "L'amore coi calzini" di Leretico

 
L’articolo  di Leretico “l’amore con i calzini“ per me è un gioiello di scrittura e di sottilissimo brillante acume nel leggere quel che ci presenta la nostra attualità, la chiusura poi che la comicità è una cosa seria ha veramente sfondato quel muro etereo che ci ha fatto apparire imperatori che nel buio delle telecamere davvero hanno dimenticato (e di proposito) di togliersi i famigerati pedalini.
 
Non voglio quindi aggiungere niente delle risorse date, se non divagare leggera sui luoghi comuni del sesso che della ragione si è servito di strumenti buffi come i calzini, o le camicie delle nostre nonne-bis bucate dove centrare il bersaglio o anche nel tempo di ferrei cilici, o di biancheria che di bianco ben poco spera .
 
Assaporare il sesso come il profumo di una rosa, come un saporitissimo piatto di pasta, come la musica o la follia dei colori di un quadro è sconvolgente, perché richiede l’abbandono ed il rischio dell’estremo frutto della creatività: la nascita di una nuova vita.
Sesso che è servito per umiliare, per asservire, per abbrutire nelle violenze di guerra ed anche tra le mura di silenti appartamenti dove si svolge un’apparente quadro familiare di coppia.
 
Sesso che stride e divampa, rumore e sospiri, gioco e strazio, nella nostra epoca ormai poco da immaginare e molto da agire, possibilmente sotto i riflettori e amplificato dalle modalità che travalicano la comicità.
Perché il sesso è bello e brutto, è profumato e puzzolente, è bianco e nero e si è asservito alle istituzioni perché da esso potevano nascere figli.
L’amore quello no, questo rito non se lo può permettere.