Gatto scimmia
di Itu

Non si finisce mai di imparare, la vocazione degli animali mette alla prova gli intenti umani, prove di conoscenza per riflettere sulle basi nei nostri comportamenti non capiti

 
La grandissima varietà di gatti passata nel giardino mi ha permesso di riconoscere diversi caratteri felini esattamente proporzionale al loro singolo presentarsi e (purtroppo) presto sparire della loro vita libera.
Attualmente sono indispettita da un provocante micetto bianco e nero, un Pulcinella d’animale che già il primo giorno ha tentato il suicidio infilandosi di traverso alla finestra basculante rimanendo intrappolato con la testa.
 
Che razza di animale è un piccolo di tre mesi che affronta un posto nuovo saltando sul davanzale privilegiato dai gatti più anziani per guardare la vita di famiglia?
E’ passato poco tempo e ogni giorno l’incoscienza e sfacciataggine del piccolo invece di smorzarsi si arrischia sempre più trascinandosi dietro il suo compare rosso di pelo di poco più anziano.
 
Come quando ha sfidato nel suo territorio un cane addestrato alla difesa che lo guardava sconcertato mettersi di schiena e arruffare soffiando il pelo: il cane solo se voleva lo avrebbe stramazzato girando di poco la testa a fauci aperte.
Una pena infinita la tensione di quell’inutile coraggio, una spavalderia che fa pensare ad un labile senso del pericolo.
 
Ogni giorno studia come fregarmi nella regola di divieto all’entrata dell’appartamento, avanza di poco sullo scalino dell’ingresso e comincia a girarsi intorno a spirale per tutti i miei passi fino a che non raggiungo la ciotola dove verso il pasto, a volte planando in volo direttamente dal tetto dello spiovente sopra la porta di casa da dove osserva il panorama dei movimenti in giardino.
Guai se i due suoi compagni provano ad assaggiare per primi, ormai hanno così timore della sua intemperanza che si guardano circospetti intorno prima di mangiare se lui per caso non è presente all’orario pasti.
 
Ritenendo un affronto i miei ritardi nel preparare il suo cibo, di evitarlo mentre passo trafelata con le borse della spesa si accartoccia a studiarmi e disbriga subito un dispetto nuovo: tira giù dallo stendino le camicie ad asciugare e si mette come un Bhudda a zampe incrociate sopra senza minimamente spostarsi mentre sto per prenderlo a pedate di rabbia, oppure entra nella lavanderia e tira giù tutti gli stracci da pavimento che trova a portata di zampa.
 
Non abbiamo finito di studiarci, lui dal suo punto di vista, io dal mio indaffarata nell’umano di mia competenza: ma quanto di scimmia è entrato nel suo DNA?