Con il Treatro saretino «Le ore non si contano»
di Vanessa Maggi

L'associazione culturale di Ponte Zanano va in trasferta stasera e domani (20.30) al castello di Padernello con lo spettacolo di successo che racconta il periodo delle adolescenti che un tempo dalla Valle andavano a lavorare in città

 
Ritorna in un doppio appuntamento il progetto teatrale “Le ore non si contano” a cura dell’associaizone culturale Treatro terrediconfine di Sarezzo.
 
Nato dalla voglia di ricordare tutte quelle adolescenti lavoratrici che, nel periodo tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta, partirono dalle loro case, dai loro paesi della Valle per andare a prestare servizio presso i signori benestanti nelle città. 
 
Stasera e domani la possibilità di rivedere lo spettacolo nella cornice del castello di Padernello (via Cavour 1, Borgo San Giacomo), con il Treatro in scena con una serie di racconti e testimonianze di alcune donne del territorio della Valle Trompia che in prima persona hanno vissuto questa esperienza.
 
“Ci sono ore lunghe, che non finiscono mai – spiega la brochure di presentazione –. Sono le ore delle ragazze, delle bambine, che lasciano il paese, quello con le cascine, i cortili e le cose che si fanno sui ritmi naturali del sorgere e calar del sole (senza fretta, perché il tempo è l’unica cosa che non manca al paese). Partono per andare a servizio e raggiungono la città con i palazzi e le persone che corrono sempre e loro non ci tengono dietro”.
 
E così si viaggia fra i ricordi di Nora di Marmentino che nel 1945, domestica in una casa di industriali a Milano, vide “appendere il duce dal balcone della sala da pranzo” o di Maria di Noffo, che nata in un posto meraviglioso dominato da montagne e vallate, ricorda di essere partita perché “i panorami non si mangiano...” e di Giulia che sradicata dal paese a undici anni vive ancor oggi il dolore di quel periodo "...anche se a casa mangiavo solo polenta e latte, stavo bene… lo mangiavo quando volevo io e come volevo io".
 
Storie del nostro passato prossimo, ma anche del nostro presente. Basta cambiare i nomi: Luigina diventa Debora, ragazza di un call center a prestazione per pochi euro, e Rosi è Irina, Olga o Nadja, badante e colf.
 
E poi ritornano Teresa, Rosina, Maria e Rina. Il tempo si confonde e allora il passato diviene una lente efficace per vedere il presente.
 
Una storia attuale, che non appartiene solo al mondo di allora ma arriva dritta ai giorni nostri trasformandosi in una riflessione sul destino umano.
 
Appuntamento stasera e domani (sabato 27) alle 20.30 al castello di Padernello. Ingresso 10 euro. Info su www.castellodipadernello.it.