Strada facendo
di Itu

Il fiume Chiese vent'anni fa ha preso nelle sue acque un'altra storia, una delle tante che trascina fino al mare.

 
Sono vent’anni che abito la Vallesabbia; nell’ottobre di due decenni fa  mi arrivò un telegramma, mi colarono dagli occhi due lacrime, sul vetro della cucina una tortora sbandò e mi sono chiesta perché non fosse mai successo prima, andai in camera e preparai un essenziale bagaglio. Partii.

Sono arrivata per lavorare, pensavo ad un diversivo della vita che mi tratteneva scherzosamente in un posto all’esatto contrario di quello conosciuto ma non avendo progetti mi bastava uno stipendio e la curiosità del nuovo.

E’ che dal primo giorno trovai subito dove dormire e mangiare, senza auto raggiungevo a piedi l’abituale itinerario, il respiro affannoso delle salite mi ricordava i chilometri percorsi in pianura.
 
La prima neve mi preoccupò, la fotografavo e cercavo in quel silenzio ottuso le ragioni di quel che stava accadendo.
Mentre il tempo passava mi rendevo conto che la storia si disegnava tra vie, prati, boschi, seguendo il corso di torrenti e il fiume che nella valle attendeva tutte le acque.
Amicizie, incontri, indovinelli e studio, mi sono impratichita dei luoghi studiando, senza prendere seriamente nulla che scalfisse la mia fragile autostima.
 
Poi è venuto il tempo dell’amore, dei figli e degli impegni sempre più urgenti.
Tagli su tagli che mi sono entrati nella pancia a rendere viva la vita che credevo di poter controllare con qualche ricetta.
 
Ogni tanto ripenso a quella tortora che nel cielo scomposto di un grigio ottobre andò contro il vetro della cucina mentre io leggevo un telegramma…