Dente, «Io tra di noi»
di Davide Vedovelli

Il cantante a cui due anni fa è stata assegnata la Targa Musica da Bere del concorso indetto da Il Graffio è fra i finalisti al Premio Tenco.

 

Due anni fa ti abbiamo dato la Targa Musica da Bere ed ora sei tra i finalisti con Capossela e gli Afterhours per l'album dell'anno al Premio Tenco. In questi anni teatri gremiti e un successo di pubblico e critica, come si dice in questi casi, straordinario.

Che effetto fa? oltre alla grande soddisfazione mette anche paura?
Paura direi di no, cerco di vivere tutto con grande serenità, sono felice e soddisfatto di tutto quello che è successo e spero di fare sempre meglio.

Ti è sempre piaciuto giocare con le parole e con i significati o è semplicemente un escamotage letterario che usi quando scrivi una canzone?
Mi è sempre piaciuto e mi piace ancora, non solo quando scrivo. credo sia una piccola malattia, a volte sento di avere un'officina in testa che smonta e rimonta ogni frase che entra.

Colpisce molto la semplicità dei tuoi pezzi, che però mai risultano banali o scontati. Stanno in bilico tra il malinconico e lo scanzonato. Ti ritrovi in questa dimensione?
Mah, io non ho mai pensato di essere scanzonato, anzi. Chi ascolta le canzoni poi trova modi e significati a cui io non avevo pensato. Fa parte del gioco, dal momento che le canzoni sono pubbliche, sono di tutti e per ognuno sono diverse.

Mi incuriosisce sempre conoscere le letture, gli ascolti e le ispirazioni di un artista. Mi consigli tre libri, tre canzoni e tre film che ti stanno particolarmente a cuore?


Cent'anni di solitudine di Gabriel García Márquez
Cronache marziane di Ray Bradbury
Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer

Canzone per te di Endrigo
Jealous guy di Lennon
Dracula cha cha cha di Bruno Martino

Invece dei film ti do tre attori, posso?
Sì.
Grazie. Sordi, Mastroianni, Tognazzi.

Qual è il tuo vizio preferito?
Tutti quelli che fanno male

Intervistavo pochi giorni fa l'autore di un libro che parla della scena indie a Brescia, e rilevava un gran difficoltà per i "non famosi" a suonare. Se mai stato tentato di appendere la chitarra al chiodo e dedicarti ad altro? vietato rispondere "non so fare altro" perchè cercate sempre di cavarvela così voi artisti, ma sto imparando a prendervi le misure.
Ho appeso altre cose al chiodo quando ho iniziato a suonare e da allora ho continuato a farlo, fortunatamente. Forse un giorno appenderò la chitarra vicino a tutte le altre cose appese e farò altro. Ma del futuro non ci è dato di sapere molto.

Veniamo al disco “Io tra di noi”. Perchè e come è nato? Cos'ha secondo te di diverso dagli altri?
È nato come tutte le cose fatte in precedenza, per voglia e necessità di scrivere, di raccontare e di cantare. io scrivo poco ma sempre, quando ho raggiunto un numero adatto di canzoni comincio a ragionare al disco, gli do una forma partendo dalla sostanza.
Rispetto agli altri lavori, questo disco è più preciso, suona meglio, è più quadrato e meno cerchio. Non ho ancora capito se questo è un bene o un male, forse nessuno dei due.

Come tradizione dello Spaccadischi l'ultima domanda puoi farmela tu.

A te chi te lo fa fare?
Già..chi me lo fa fare...diciamo così: la passione per la musica, per la poesia, la voglia di incontrare persone che sanno darti nuovi spunti e punti di vista. La voglia anche di mettersi un po' alla prova, di provare a vedere l'effetto che fa, come direbbe Jannacci.

Un abbraccio e in bocca al lupo.