Facciamo una chiacchierata via Facebook con Andrea Croxatto, autore del libro “Bs feudo indie”, che verrà presentato domenica pomeriggio a Brescia in Piazza Paolo VI.
"Bs feudo indie": già dal titolo si intuisce che la realtà bresciana ha dato i natali a moltissime band della scena indie italiana, alcune delle quali hanno poi ottenuto riscontri importanti a livello nazionale, mi vengono in mente gli Scisma o Ettore Giuradei per esempio. Secondo te quali sono i fattori che hanno favorito questo tipo di scena musicale?
La realtà indie bresciana è abbastanza complessa, perchè ci sono decine di band e cantautori che, dagli anni '90, illuminano la scena musicale bresciana. Ma a parte gli Scisma, quasi nessuno ha ottenuto un vero e proprio successo. Ettore Giuradei è un fuoriclasse, ma arranca a livello nazionale. I fattori principali sono comunque la grande capacità di esportare il talento lavorando in modo professionale. Non dimentichiamo che il feudo è formato da artisti ma anche da ottimi fonici, produttori e musicisti.
Una volta uscite dal territorio bresciano le band che scenario trovano?
A parte gli Aucan, che hanno trovato all'estero terreno fertile (soprattutto in Francia), gli altri trovano scenari tutto sommato poco esaltanti. Forse i Plan de Fuga, i Pink Holy Days e i Don Turbolento oltre che i The R's, sono gli unici a ritagliarsi una piccola visibilità in Italia e all'estero.
Rispetto a qualche anno fa oggi è molto più semplice registrare un disco, generalmente autoprodotto, ma poi non si trovano produttori in grado di distribuirlo e promoter che riescono a far conoscere il gruppo al di fuori di una ristretta cerchia. E' solo una mancanza di soldi dei produttori o c'è dell'altro?
I produttori ci sono, eccome. Solo che mancano i soldi per promuovere ad alti livelli la band o l'artista Nessuno vende e tutti vogliono suonare. Eppure ogni settimana esce un cd nuovo con video clip. Detto questo, penso a gruppi indipendenti che sulla scena nazionale vivono più che dignitosamente con i live (Teatro degli orrori, Offlaga Disco Pax, Ministri, ecc.)...
Visto che i dischi non li vendono più nemmeno i gruppi più conosciuti, restano i live, ma anche quelli a volte scarseggiano, a volte per costi troppo elevati. Riesci a farmi una fotografia, in poche righe, della scena bresciana ed italiana ? quali soluzioni si possono o si stanno già mettendo in atto?
A Brescia, penso che ad esclusione degli Aucan non credo che nessuno viva grazie alla musica. La soluzione? In Italia forse non esiste, visto che il mercato discografico è sempre stato insignificante e che i gestori dei locali spesso sono improvvisati per valorizzare le band. Qui si vive di spaghetti, Vasco e Ligabue, purtroppo. Chiariamo che Brescia si è sempre distinta anche per la professionalità di chi organizza eventi, ma il problema è nazionale.
Mi racconti un episodio divertente che ti è accaduto durante la raccolta delle informazioni per la scrittura del libro?
L'intervista a Paolo Bruno, che è stata fatta in mezzo alla movida del Carmine, tra migliaia di giovani urlanti e mezzi brilli. Per capirci dovevamo urlare e l'intervista è terminata a mezzanotte, tra fiumi di alcool e ragazze mezze nude molto provocanti.
Come tradizione dello Spaccadischi l'ultima domanda puoi farla tu a me.
Sai che la scena indie a Brescia non perdona nulla? Alcuni esclusi hanno già lanciato polpette avvelenate via Facebook.
Non lo sapevo con esattezza, però ho sempre avuto la percezione di questa rivalità, a volte sana a volte un po' viziata dall'invidia. Be, cerchiamo di non farci colpire dalle polpette e andiamo avanti su questa strada.
Grazie mille, anche per questo lavoro che definirei necessario, e ci vediamo domenica pomeriggio a Brescia in Piazza Paolo VI alle ore 17.15 per la presentazione ufficiale del volume.