«Bs feudo indie»
di Davide Vedovelli

Sarà presentato domenica pomeriggio a Brescia, nell'ambito della Fiera del Libro, il volume di Andrea Croxatto sulle migliori band bresciane.

Facciamo una chiacchierata via Facebook con Andrea Croxatto, autore del libro “Bs feudo indie”, che verrà presentato domenica pomeriggio a Brescia in Piazza Paolo VI.

"Bs feudo indie": già dal titolo si intuisce che la realtà bresciana ha dato i natali a moltissime band della scena indie italiana, alcune delle quali hanno poi ottenuto riscontri importanti a livello nazionale, mi vengono in mente gli Scisma o Ettore Giuradei per esempio. Secondo te quali sono i fattori che hanno favorito questo tipo di scena musicale?

La realtà indie bresciana è abbastanza complessa, perchè ci sono decine di band e cantautori che, dagli anni '90, illuminano la scena musicale bresciana. Ma a parte gli Scisma, quasi nessuno ha ottenuto un vero e proprio successo. Ettore Giuradei è un fuoriclasse, ma arranca a livello nazionale. I fattori principali sono comunque la grande capacità di esportare il talento lavorando in modo professionale. Non dimentichiamo che il feudo è formato da artisti ma anche da ottimi fonici, produttori e musicisti.

Una volta uscite dal territorio bresciano le band che scenario trovano?

A parte gli Aucan, che hanno trovato all'estero terreno fertile (soprattutto in Francia), gli altri trovano scenari tutto sommato poco esaltanti. Forse i Plan de Fuga, i Pink Holy Days e i Don Turbolento oltre che i The R's, sono gli unici a ritagliarsi una piccola visibilità in Italia e all'estero.

Rispetto a qualche anno fa oggi è molto più semplice registrare un disco, generalmente autoprodotto, ma poi non si trovano produttori in grado di distribuirlo e promoter che riescono a far conoscere il gruppo al di fuori di una ristretta cerchia. E' solo una mancanza di soldi dei produttori o c'è dell'altro?

I produttori ci sono, eccome. Solo che mancano i soldi per promuovere ad alti livelli la band o l'artista Nessuno vende e tutti vogliono suonare. Eppure ogni settimana esce un cd nuovo con video clip. Detto questo, penso a gruppi indipendenti che sulla scena nazionale vivono più che dignitosamente con i live (Teatro degli orrori, Offlaga Disco Pax, Ministri, ecc.)...

Visto che i dischi non li vendono più nemmeno i gruppi più conosciuti, restano i live, ma anche quelli a volte scarseggiano, a volte per costi troppo elevati. Riesci a farmi una fotografia, in poche righe, della scena bresciana ed italiana ? quali soluzioni si possono o si stanno già mettendo in atto?

A Brescia, penso che ad esclusione degli Aucan non credo che nessuno viva grazie alla musica. La soluzione? In Italia forse non esiste, visto che il mercato discografico è sempre stato insignificante e che i gestori dei locali spesso sono improvvisati per valorizzare le band. Qui si vive di spaghetti, Vasco e Ligabue, purtroppo. Chiariamo che Brescia si è sempre distinta anche per la professionalità di chi organizza eventi, ma il problema è nazionale.

Mi racconti un episodio divertente che ti è accaduto durante la raccolta delle informazioni per la scrittura del libro?

L'intervista a Paolo Bruno, che è stata fatta in mezzo alla movida del Carmine, tra migliaia di giovani urlanti e mezzi brilli. Per capirci dovevamo urlare e l'intervista è terminata a mezzanotte, tra fiumi di alcool e ragazze mezze nude molto provocanti.

Come tradizione dello Spaccadischi l'ultima domanda puoi farla tu a me.

Sai che la scena indie a Brescia non perdona nulla? Alcuni esclusi hanno già lanciato polpette avvelenate via Facebook.

Non lo sapevo con esattezza, però ho sempre avuto la percezione di questa rivalità, a volte sana a volte un po' viziata dall'invidia. Be, cerchiamo di non farci colpire dalle polpette e andiamo avanti su questa strada.

Grazie mille, anche per questo lavoro che definirei necessario, e ci vediamo domenica pomeriggio a Brescia in Piazza Paolo VI alle ore 17.15 per la presentazione ufficiale del volume.