Brutta avventura per un cacciatore triumplino
di Erregi

Da una vita F.S., 73enne di Villa Carcina, va a caccia a Montirone in un capanno, ma lo scorso giovedì, tra controlli e perquisizioni, la sua passione gli ha riservato brutte sorprese: capanno messo a soqquadro da tre persone del Wwf insieme a un carabiniere

 
È il presidente regionale dell’Anuu, insieme al vicepresidente della sezione di Concesio e al diretto interessato, a raccontare la vicenda: nella mattinata dello scorso giovedì, il cacciatore 73enne, che preferisce restare anonimo, viene raggiunto al suo capanno da quattro uomini.
 
Un solo sparo in tutta la mattinata ed ecco che immediatamente tre volontari del Wwf, accompagnati da un carabiniere della vicina stazione di San Zeno Navglio, che poi si scoprirà non essere nemmeno in servizio, piombano sul posto e cominciano a mettere a soqquadro il capanno, senza, però, trovare irregolarità.
 
Passano, quindi, alla perquisizione di F.S stesso, togliendogli gli stivali e, addirittura, chiedendo che si tolga i calzoni, per controllare che non abbia addosso nulla di illegale. “Il tutto, però, - raccontano Domenico Grandini, presidente dell’Anuu regionale e Franco Baggiolini, vicepresidente della sezione di Concesio - senza che vi fosse flagranza di reato, anche se così si sostiene nei verbali”.
 
Verbali, questi, redatti dopo che F.S è stato portato in caserma e dopo l’arrivo di un altro agente, stavolta  della Polizia locale. Ma perché, il 73enne è finito in caserma? A convincere agenti e volontari di avere tra le mani un bracconiere sarebbe stato un telecomando, rinvenuto sulla sua persona e che serve ad attivare il registratore, detto in gergo “masnì”, che richiama gli uccelli.
 
“Se è vero che il registratore è illegale sul posto di caccia - spiegano dall’Anuu - è vero anche, però, che si può tranquillamente utilizzare a casa, per l’addestramento dei richiami vivi, ed è altrettanto vero che il nostro affiliato è stato trovato in possesso solo del telecomando e non del registratore”.
 
“Mi hanno trattato come l’ultimo dei delinquenti” dichiara dal canto suo F.S, che, dopo ore di pressioni, domande, perquisizioni ed accuse, ha cercato di opporsi a un’ingiustificata perquisizione personale, venendo, però, accusato anche di resistenza a pubblico ufficiale.
 
“Ci rammarichiamo - dichiarano gli esponenti dell’Anuu - per questo contrasto con l’arma dei Carabinieri, con la quale abbiamo sempre collaborato, ma vogliamo prima di tutto chiarire la cosa con un incontro con i diretti responsabili o con la Procura della Repubblica e il nostro primo interesse, ora, è quello di tutelare il nostro socio”.
 
Tra le altre cose, poi, questo inspiegabile accanimento contro un anziano varca anche i limiti della legalità: i controlli sul posti di caccia, infatti, possono essere effettuati da squadre formate al massimo da tre persone e per procedere alla perquisizione personale bisognerebbe cogliere il cacciatore in flagranza di reato, ma, si chiedono dall’Anuu, dove sta questa flagranza?
 
“Ora non so cosa potrebbe succedermi- racconta F.S- né se dovrò comparire davanti ad un giudice". "Resto, però, dell’idea che si siano accaniti su di me perché ero solo e non conosco bene la procedura”. In attesa di chiarimenti, però, dall’Anuu tengono a sottolineare che da sempre, il sodalizio, aiuta le forze dell’ordine affinché le leggi vadano rispettate e il bracconaggio fermato, ma il rispetto va osservato da entrambe le parti.