Il «Gnaro» Mondinelli si salva per miracolo
di Andrea Alesci

Alle 4.20 nella notte tra sabato e domenica una valanga si è abbattuta sul "Campo 3" verso il Manaslu dov'erano accampati anche Silvio Mondinelli, Christian Gobbi (rimasti illesi) e Alberto Magliano, trascinato in profondità. Ad oggi il bilancio è di 13 morti e 11 dispersi

 
La montagna non perdona. Nemmeno i più bravi. Così ieri l’Himalaya ha inghiottito la vita del milanese Alberto Magliano, amico e compagno di scalata del valtrumplino Silvio Mondinelli, salvatosi per miracolo.
 
Con il “Gnaro” e Christian Gobbi era partito da Kathmandu per raggiungere la vetta del Manaslu, in una spedizione che avrebbe portato l’alpinista triumplino al suo 21° Ottomila.
 
Ma la spedizione è finita nella notte tra sabato e domenica al campo 3, quando una valanga ha travolto la trentina di alpinisti che lì erano accampati.
 
La valanga si è abbattuta sul campo alle 4.20 di notte, sotterrando la tenda di Alberto Magliano, più pesante anche per la presenza delle bombole di ossigeno e forse anche per questo tirata verso il basso dal cumulo di ghiaccio e neve.
 
“Io ero in tenda con Christian – racconta Silvio Mondinelli – e ci siamo ritrovati travolti dalla massa nevosa, che ci ha spinto giù per 200 metri, prima di buttarci fuori. Abbiamo perso tutto e ci siamo ritrovati al buio senza nemmeno le scarpe. Alberto invece è stato trascinato in profondità e ancora non mi capacito che sia morto, proprio il giorno dopo che aveva avuto la gioiosa notizia d’essere diventato nonno. Ci siamo mossi subito per tirarlo fuori, ma ormai non c’era più nulla da fare”.
 
Un’immane tragedia che in pochi attimi ha spazzato via la vita di 13 persone e con altre 11 finite nel novero dei dispersi. Gli elicotteri di soccorso della Fishtail Air, per conto dell’Himalayan Rescue Association, si sono subito adoperati per il recupero dei feriti, trasportandoli a Samagon; Mondinelli e Gobbi, invece, sono usciti illesi e sono stati lasciati al campo base, dove li attendeva un altro compagno di viaggio, il valtellinese Marco Confotola, sceso il giorno prima con il suo sherpa e primo ad avvisare l’Italia della tragica notizia.
 
Ieri le nubi hanno chiuso la montagna e reso impossibile continuare con i soccorsi, che sono ripresi oggi. Con gli elicotteri dovrebbe salire anche il “Gnaro”, per recuperare il corpo dell’amico e portarlo a Samagon.
 
Nelle foto, dall'alto in basso: Silvio Mondinelli al campo base, la vetta del Manaslu, i soccorsi al campo base, una foto della vittima italiana Alberto Magliano.